In Lomellina si è tenuto un convegno per esplorare usi energetici del polietilene non altrimenti riciclabile.
6 dicembre 2011 07:19
In un convegno tenutosi il 2 dicembre scorso presso l'impianto Curti di Valle Lomellina (PV), sono stati presentati i risultati delle prove sperimentali sulle emissioni derivanti dall’utilizzo di biomassa e rifiuti di polietilene per la produzione di energia, al fine di sfruttare quella frazione di rifiuti plastici non altrimenti riciclabile e difficilmente smaltibile.
Recupero a km zero. Il lavori sono stati aperti da Enrico Bobbio, Presidente del Consorzio PolieCo, che ha illustrato l’importanza di una corretta gestione dei rifiuti. “La criminalita? organizzata, che prima si finanziava con il mercato della droga, ora si alimenta grazie al traffico illecito di rifiuti e alle sofisticazioni alimentari ed industriali - ha dichiarato -. Per questo motivo e? necessario un nuovo sistema della legalita? che permetta agli onesti imprenditori italiani di poter lavorare in un contesto normativo adeguato e tutelato". "Le norme pongono come obiettivo il 'KM zero' – ha aggiunto il Presidente di Polieco – in quanto la filiera corta permette controlli più sicuri e minori costi di gestione. Per questo motivo e? necessario promuovere la Green Economy, attraverso un quadro normativo stabile e un’organizzazione industriale completamente rinnovata e capace di essere al passo con le nuove idee.”
Lolla e PoliGen. A ospitare il convegno era il Gruppo Euricom, a cui appartiene anche Curti Srl, importante realtà nel settore del riso in Italia e a livello internazionale. “Siamo da sempre sensibili all'uso razionale e sostenibile dell'energia – hanno spiegato Riccardo Ferrario, Direttore Generale e Alessandro Irico, Quality Manager di Curti - Per questo ispiriamo i nostri progetti industriali al raggiungimento di un eccellente equilibrio tra efficienza energetica, sostenibilita? ambientale ed integrazione con il contesto sociale, economico e produttivo dei territori in cui siamo presenti. La centrale termoelettrica (filiera corta) permette di produrre energia mediante combustione di biomassa derivante dal processo di pulitura del risone, ovvero la lolla di riso. Quella che produciamo e? energia che proviene esclusivamente da fonti rinnovabili e rivenduta al gestore per la quota eccedente l’autoconsumo, circa 60%. Il prodotto della combustione (cenere di lolla di riso) viene, infine, condizionato e venduto come materia prima refrattaria”.
Emissioni sotto controllo. In questo contesto, lo studio presentato da Mauro Rotatori del CNR - Istituto Inquinamento Atmosferico mette a confronto l’impatto gestionale ed ambientale derivante dall’utilizzo dei cascami di PoliGen in alternativa ai combustibili tradizionali, nella fattispecie il metano, nell’ impianto a biomasse Curti, dove oggi si produce energia dalla lolla di riso in regime di filiera corta. Il Poligen e? la frazione di rifiuti in polietilene con impurita? tali da non poter essere conferita in discarica, preselezionata e certificata dal Consorzio PolieCo.
La sperimentazione nasce dalla volontà di consolidare l’utilizzo del PoliGen come combustibile solido da promuovere in impianti di combustione tradizionali, con l’obiettivo di avviare a recupero energetico un materiale risultante dall’attivita? di recupero di materia, spiega Polieco. Dall’indagine si evince che l’impiego di materiale recuperato da cascami di polietilene non ha aumentato i livelli emissivi sia per i macroinquinanti sia i microinquinanti indagati, poiche? questo combustibile possiede basse concentrazioni in alogenuri e metalli. Inoltre, affermano i ricercatori, la combustione del polietilene ha sicuramente aumentato le temperature di fiamma diminuendo la possibilita? di produrre incombusti.
Verso il 2020. Attraverso la sperimentazione, si e? posta una base tecnico-scientifica per disporre uno strumento di definizione normativa nell’ambito del regime giuridico dei combustibili, anche in vista del piano d’azione nazionale per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per l’efficienza energetica, che fissa obiettivi ambiziosi al 2020. “Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile – ha dichiarato il Prof. Roberto Jodice, Presidente del Consorzio Cortea -. Crediamo, infatti, che in Italia oggi vi siano tutte le risorse materiali, tecnologiche, professionali e imprenditoriali, per ottenere tale risultato. Le importanti potenzialita? finora considerate potranno esprimersi solo se saranno impostate e perseguite politiche efficaci rispetto agli obiettivi determinati". Secondo Jodice, inoltre: "Si afferma l’esigenza di sviluppare la ricerca scientifica e tecnologica per la crescita di filiere agroenergetiche competitive, eco-compatibili ed in grado di creare un sistema produttivo sostenibile mediante l’emanazione di linee guida, l’integrazione di studi di sistema, la promozione di programmi scientifici e tecnici di ricerca nonche? di programmi per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico, il coordinamento delle attivita? di divulgazione e di dimostrazione".
In Italia esistono eccellenze nel settore del recupero energetico da biomasse, come AGO Energia, specializzata negli impianti di cogenerazione dalla combustione di biomasse vegetali solide. “I benefici dell’impiego delle biomasse a fini energetici sono innumerevoli – ha spiegato Roberto Sacco, Amministratore Delegato di Ago Energia – Dal punto di vista ambientale, abbiamo una produzione di diossine trascurabile e valori di emissioni ampiamente inferiori ai valori ammessi dalla legge. A livello economico l’utilizzo di biomasse permette un elevato ritorno dell’investimento, la riduzione dei costi energetici e la stabilita? di prezzo per gli utilizzatori del calore.
Servono nuove regole. Nonostante la soppressione dell'Osservatorio Nazionale dei Rifiuti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha portato avanti la sperimentazione del CNR-IIA nell'impianto Curti di Valle Lomellina, in quanto crede fermamente che la valorizzazione dell'energia e della materia dai rifiuti sia la sfida più importante che l'Italia dovra? affrontare nei prossimi anni. “Gli aspetti burocratici e normativi in materia di rifiuti hanno purtroppo affossato gli aspetti tecnico- scientifici, creando danni sia all'ambiente sia all'industria - ha concluso Daniele Montecchio, del Ministero dello Sviluppo Economico - Iniziative come queste, quindi, sono necessarie per creare un percorso scientifico in grado di fornire al legislatore le informazioni per classificare il PoliGen come combustibile alternativo. Questo e? il lavoro che il Ministero sicuramente affrontera? nei prossimi mesi.”
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