Nonostante la crisi del mercato interno, i costruttori di macchine e stampi non hanno perso produzione.
21 marzo 2013 06:12
L'anno scorso, secondo i dati forniti da Assocomaplast, la produzione dei costruttori italiani di macchine e impianti per la trasformazione di materie palstiche e gomma si è attestata a 4 miliardi di euro, lo stesso livello del 2011.
Un risultato che nello scenario di recessione dell'industria italiana deve essere considerato un grande successo del nostro made in Italy. Risultato che, va detto, è stato raggiunto grazie alla tenuta delle esportazioni, passate da 2,43 a 2,57 miliardi di euro (+6%), a fronte di un mercato interno ancora in difficoltà, con vendite scese da 2,17 a 2 miliardi di euro (-5,7%), nonostante un lieve incremento delle importazioni, intorno a 625 milioni di euro (+3,3%).
Come risultato di queste dinamiche, il comparto rappresentato da Assocomaplast ha incrementato il suo contributo alla bilancia commerciale, portando il saldo positivo a quasi 2 miliardi di euro.
Qualcosa potrebbe però muoversi, nei prossimi mesi, sul mercato interno, secondo quanto rileva l'indagine congiunturale periodica svolta da Assocomaplast su un campione di aziende trasformatrici italiane: le ultime previsioni a 3-4 mesi risulterebbero infatti improntate a un minore pessimismo rispetto al recente passato. A fronte di ciò - afferma l'associazione -, nell'ultima rilevazione bimestrale effettuata tra i propri associati, emergerebbe che per i prossimi mesi non sono attesi mutamenti significativi nell'acquisizione di ordini di impianti.
Per quanto concerne le esportazioni nell'anno appena trascorso, i segmenti più dinamici si sono rivelati gli impianti di estrusione e quelli di soffiaggio, con tassi di crescita rispettivamente del +9% e +18%, mentre hanno chiuso in profondo rosso (-20%) le vendite all'estero di presse ad iniezione, anche per l'uscita dal mercato - o la grande difficoltà - di alcune aziende storiche di questo comparto.
Gli estrusori sono stati destinati in primo luogo a Germania, Russia, Francia, Cina, tutti mercati che hanno registrato aumenti a due cifre rispetto al 2011. La progressione delle macchine per soffiaggio è invece riconducibile alle vendite in forte crescita negli Stati Uniti, passate da 11 a oltre 20 milioni di euro, diventato così il primo mercato di destinazione per questa tipologia di impianti. Bene anche le vendite in Russia, salite da 3 a 7 milioni, e in Polonia, da poco meno di 600mila euro a 4,7 milioni.
Ottimi risultati anche per gli stampi made in Italy, che rappresentano ormai oltre un quarto dell'export totale e che hanno chiuso il 2012 con un incremento di 19 punti percentuali sul 2011; in questo segmento, stupisce il boom di vendite in Serbia, passate da 1,4 a oltre 21 milioni di euro, probabilmente riconducibile in parte all'avvio dello stabilimento Fiat di Kragujevac. In cresciate anche le esportazioni di stampi in Polonia (+37%, a circa 48 milioni) e, ancora una volta, verso gli Stati Uniti, dove il giro d'affari ha messo a segno un incremento del 71% a 22 milioni di euro.
Tornando all'intero settore, perdono quota le vendite in Asia, scese dal 19% al 16% e in Sudamerica, il cui peso è diminuito dall'8,7% al'8,2%. Una tendenza che - ricorda Assocomaplast - risulta sostanzialmente comune anche agli altri principali paesi costruttori di macchinari.
La classifica dei principali mercati di sbocco delle vendite italiane vede invariate, rispetto al 2011, le prime cinque posizioni: Germania (con il 14,6% del totale e un aumento del 6,8%), Francia (6,8%; +10,9%), Stati Uniti (6,2%; +32,9%), Cina (5,4%; -6,4%) e Russia (5,2%; +17,8%)..
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