Il gruppo saudita starebbe valutando progetti di investimento nel cracking statunitense.
11 aprile 2013 06:14
Secondo quanto riporta il quotidiano saudita Arab News, Sabic starebbe considerando investimenti in uno o due cracker per etilene negli Stati Uniti, anche in partnership con altri investori, con l'obiettivo di cavalcare il boom dello shale-gas, il gas naturale a basso costo imprigionato nelle microporosità dei sedimenti argillosi.
La dichiarazione sarebbe stata rilasciata dal CEO di Sabic, Mohamed Al-Mady, nel corso di un forum tenutosi nei giorni scorsi in Cina.
Dato che anche un gruppo che ha la sua sede sopra i più ricchi giacimenti di petrolio guarda con interesse allo shale gas, viene da domandarsi cosa aspetti l'Europa a cogliere le opportunità offerte dagli idrocarburi non convenzionali, presenti anche nel nostro continente (soprattutto in Polonia e in Francia), seppur con volumi più modesti rispetto a quelli stimati in Nord America.
Gli Stati Uniti utilizzano lo shale gas per coprire quasi un quarto del loro fabbisogno energetico, e sono ormai indipendenti dalle importazioni di gas naturale; oltre che a fini energetici, il gas può essere utilizzato come feedstock per l'industria petrolchimica. Il dibattito che si è aperto nel paese è se aprire i confini del paese all'export di gas o sfruttare internamente il vantaggio competitivo offerto dalla disponibilità di energia e prodotti petrolchimici a basso costo, tra cui materie plastiche e gomme.
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