Non si placa la polemica dopo lo slittamento di 90 giorni del parere da Bruxelles. In California respinta la messa al bando.
31 maggio 2013 06:36
La Commissione Europea doveva pronunciarsi entro il 13 giugno sul Decreto Interministeriale del 18 marzo scorso: “Individuazione delle caratteristiche tecniche dei sacchi per l’asporto di merci” (attuativo della Legge n.28/2012).
Una volta ricevuta luce verde da Bruxelles (comunque non scontata) sarebbe partito il conto alla rovescia di 60 giorni prima dell'entrata in vigore delle sanzioni alla messa in commercio di sacchetti usa-e-getta non biodegradabili e compostabili, con l'unica eccezione di quelli riutilizzabili più volte.
L'invio alla Commissione di un parere motivato del Governo Inglese, che solleva alcune obiezioni sulla messa la bando degli shopper, ha provocato - come accade in questi casi - uno slittamento della decisione di 90 giorni, al 13 settembre 2013; le multe, quindi, non potranno essere inflitte prima di metà novembre.
La presa di posizione del governo inglese è stata accolta in Italia in modo controverso. Il neoministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha difeso la scelta italiana di mettere al bando i sacchetti non biodegradabili, e in un intervista rilasciata al quotidiano inglese Telegraph ha attaccato il Governo britannico: "I sacchetti sono un grave problema, soprattutto in mare - ha dichiarato - E' sconcertante che il Regno Unito, che prende sul serio gli aspetti ambientali e ha una centenaria tradizione marittima, non voglia difendere i mari dall'inquinamento causato dalla plastica, che soffoca e uccide molti animali marini". Secondo il ministro, inoltre, Bruxelles dovrebbe adottare la legge italiana in tutta Europa. Su questa posizione si è allineata anche Assobioplastiche, l'associazione della filiera italiana delle bioplastiche compostabili.
Di diverso avviso CNA Produzione Nazionale, una delle associazioni che più si è opposta alla messa al bando dei sacchetti, tanto da presentare nell'aprile scorso una formale denuncia alla Commissione Europea per inadempienza al diritto comunitario.
"Le motivazioni dell’opposizione inglese sono sostanzialmente simili a quelle che per lungo tempo abbiamo sostenuto con determinazione prima in sede nazionale, in vari momenti di confronto con il Parlamento e i Ministeri competenti del precedente Governo, e successivamente in sede europea - spiega l'associazione -. Si tratta di una palese forzatura delle disposizioni europee in materia di criteri di biodegradabilita? di questi prodotti a tutela dell’ambiente e una violazione alle direttive europee in materia di libera circolazione delle merci, libera concorrenza e in materia di imballaggi e rifiuti da imballaggi. Questioni rispetto alle quali, va ricordato, gia? pendeva da tempo una Procedura d’Infrazione (2011/4030) nei confronti dello Stato italiano".
Per quanto concerne lo slittamento della decisione della Commissione Europea, CNA ritiene che: "aldila? dello spostamento in avanti dei tempi, comunque positivo per i produttori coinvolti, l’aspetto importante da rilevare e? che la posizione inglese non restera?, molto probabilmente, isolata e che la Commissione Europea dovra? necessariamente tenerne conto, al fine di imporre una modifica sostanziale a disposizioni, fino ad ora testardamente sostenute dal precedente Governo, che stabilendo una connessione obbligata tra il concetto di biodegradabilita? e quello di compostabilita? risponde in realta? al solo scopo di favorire interessi monopolistici escludendo dal mercato numerose altre aziende produttrici e mettendo a forte rischio migliaia di posti di lavoro".
Nel frattempo, oltreoceano, il Senato della California ha respinto ieri la proposta di mettere al bando, a partire dal 2015, i sacchetti per la spesa usa-e-getta in plastica e tassare quelli in carta in tutto lo Stato; è la terza volta dal 2010 che il provvedimento viene respinto dalle autorità. In oltre 70 comunità californiane sono già in vigore provvedimenti restrittivi o tasse sui sacchetti per la spesa.
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