Investimenti per 700 milioni di euro nella raffineria siciliana, con chiusura dei due impianti per polietilene.
10 luglio 2013 07:08
Il gruppo ENI ha presentato ieri il piano di ristrutturazione della raffineria di Gela, in Sicilia, che prevede investimenti per 700 milioni di euro nei prossimi cinque anni, con l'obiettivo di recuperare sostenibilità economica attraverso il superamento delle debolezze strutturali del sito.
Nell'ambito del piano - si legge in una nota difusa ieri dalla società - è prevista l'interruzione della produzione di polietilene e di benzine, a fronte di un incremento di quella di diesel e interventi sul fronte della sicurezza e della sostenibilità ambientale.
A Gela sono in funzione due linee per polietilene a bassa densità (LDPE), entrambe basate sul processo di polimerizzazione radicalica: la più recente utilizza il processo tubolare (LDPT) con una capacità produttiva di 120.000 tonnellate annue; la seconda, con tecnologia di processo vessel (LDPV) ha una capacità di 106.000 t/a. Il polietilene prodotto dalle due unità, commercializzato con il marchio Riblene, è utilizzato prevalentemente per imballaggi, coating e coperture per serre.
Dal 2009 ad oggi l’attività di raffinazione a Gela ha accumulato forti perdite, pari a circa un terzo delle perdite dell’intero sistema di raffinazione Eni - continua la nota -. L’industria della raffinazione in Europa, e in particolare nell’area mediterranea, sta vivendo una crisi strutturale. Il crollo della domanda di prodotti petroliferi ha contribuito a creare un eccesso di capacità di circa 100 milioni di tonnellate annue, pari a 1,5 volte l’intero consumo annuo italiano. Ciò ha determinato una variazione nei tassi di utilizzo delle raffinerie dal 95% nel periodo 2005-2008 al 70% attuale e contestualmente una contrazione dei margini di raffinazione con conseguenti perdite significative nel settore.
La decisione di fermare la produzione di polietilene a Gela segue quella presa nei mesi scorsi da Versalis (società chimica del gruppo ENI) relativa al sito di Priolo, dove sono in funzione un cracker inefficiente e sovradimensionato, nonché un impianto per politilene bassa densità che opera in perdita, con tassi di utilizzo sotto la media. Nei piani Versalis, il primo sarà riconvertito per lavorare sulle frazioni C5-C9, in passato non utilizzate, destinate anche alla produzione di resine da idrocarburi (hydrocarbon resin) in un nuovo impianto da costruire nel polo siciliano. La capacità di cracking sarà ridotta da 790.000 a 490.000 tonnellate annue, mentre il tasso di utilizzo salirà dal 55% al 90%. L'impianto LLDPE sarà chiuso nei prossimi mesi, ma a suo posto saranno avviate nuove linee per specialità.
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