Nel Regno Unito, oltre 2,5 miliardi di sterline potrebbero andare ai proprietari di terreni, di case e alle comunità locali vicini ai giacimenti.
29 settembre 2014 06:10
Il CEO del gruppo Ineos Jim Ratcliffe sullo shale-gas sembra fare sul serio, approfittando dell’apertura del Governo britannico verso lo sfruttamento di giacimenti non convenzionali. Per vincere la diffidenza degli abitanti, la società ha annunciato che destinerà circa il 6% dei ricavi da shale gas ai proprietari di terreni, di case e alle comunità locali che sorgono nei pressi dei giacimenti.
Secondo le prime stime del gruppo, potrebbe trattarsi di un ammontare complessivo intorno a 2,5 miliardi di sterline, pari a 3,2 miliardi di euro, per l’intera durata del progetto. A titolo di esempio, riporta Ineos in una nota, chi vive in un’area di cento chilometri quadrati potrebbe dividersi 375 milioni di sterline (480 milioni di euro), 250 milioni dei quali finirebbero direttamente nelle tasche dei proprietari dei terreni e delle case che sorgono nell’area interessata dal fracking.
Ratcliffe ritiene questa decisione un “punto di svolta" per l’industria dello shale-gas in Gran Bretagna. “Destinare il 6% dei ricavi a coloro che vivono sopra i giacimenti significa ripartire equamente i benefici - ha aggiunto -. Ineos ha anche assunto alcuni dei maggiori esperti di shale-gas al mondo per assicurarsi che il gas venga estratto in modo sicuro e responsabile sotto l’aspetto ambientale”.
Ineos ha deciso di investire nello shale gas, inizialmente acquistandolo dagli Stati Uniti, sia per la produzione di energia che come materia prima per i propri impianti petrolchimici in Scozia e Norvegia.
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