Il cracker di Stenungsund, in Svezia, sarà alimentato via mare con 240.000 tonnellate di etano.
7 novembre 2014 13:38
A margine della presentazione dei risultati trimestrali, Borealis ha confermato il piano per alimentare con gas etano proveniente dai giacimenti di shale-gas americano il cracker per etilene di Stenungsund (nella foto), in Svezia, a partire dal quarto trimestre 2016.
A questo scopo, lo scorso agosto è stato siglato un accordo di fornitura decennale con Antero Resources, che prevede la consegna di 240.000 tonnellate annue di etano, che sarà trasportato via nave attraverso l’Oceano Atlantico. Borealis ha firmato un contratto di trasporto con Navigator Holdings, che costruirà a questo scopo una nuova nave gasiera da 35.000 cbm.
Giunto in Svezia, l’etano verrà stoccato in un serbatoio refrigerato che sarà costruito all’interno del petrolchimico di Stenungsund.
La società stima di investire nel progetto, che prevede anche l’adeguamento del cracker, circa 120 milioni di euro, con l’obiettivo di sostituire con shale-gas circa la metà delle materie prime utilizzate nell’impianto svedese.
Per quanto concerne i risultati del terzo trimestre, Borealis ha visto scendere leggermente le vendite, da 2,043 a 2,003 miliardi di euro, mentre i profitti sono aumentati da 131 a 185 milioni di euro, grazie al miglioramento dei margini nelle olefine e poliolefine e all’entrata in attività di Borouge 3 ad Abu Dhabi, il terzo cracker world-scale gestito in joint-venture con Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC). Avviato lo scorso giugno, il cracker - insieme con gli impianti a valle in fase di completamento - porterà la produzione di poliolefine di Borouge a 4,5 milioni di tonnellate annue, 2,5 milioni in più della capacità attuale.
Con sede a Vienna, Borealis opera nei settori delle poliolefine, chimica di base e fertilizzanti, con un giro d’affari di 8,1 miliardi di euro (2013) e oltre 6.400 addetti. La società è posseduta dal gruppo petrolifero austriaco OMV, con una quota del 36%, e da International Petroleum Investment Company (IPIC) di Abu Dhabi con il 64%.
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