Graduale miglioramento nei primi mesi dell’anno con una previsione di chiusura a +1,3%.
27 agosto 2015 05:45
Secondo l’ultimo report pubblicato in agosto da Federchimica, crisi greca permettendo, la produzione chimica italiana potrebbe chiudere l’anno in crescita dell’1,3%, anche grazie alla ripresa della domanda interna (+1,4%) dopo quattro anni di declino, e non solo in virtù delle esportazioni, attese in aumento del 3,5 percento.
Nel 2016 il trend positivo dovrebbe consolidarsi ulteriormente, portando ad una crescita della produzione dell’1,8%.
Le stime si basano sul buon andamento della chimica italiana nei primi mesi del 2015, con un graduale miglioramento che ha consentito di conseguire risultati lievemente migliori rispetto alla media europea, segnala il Centro studi di Federchimica: “Pur scontando il confronto con la ‘falsa partenza’ di inizio 2014, nei primi cinque mesi la produzione segna una crescita dello 0,3% in rafforzamento nei mesi più recenti (+1,5% in aprile-maggio)”.
Anche la domanda interna mostra i primi segnali di risveglio, ma non ancora estesi a tutti i settori clienti - si legge nella nota -. Inoltre, diversamente dal passato, la chimica non beneficia di un consistente ciclo scorte. I comportamenti d’acquisto dei clienti rimangono, infatti, cauti a causa dei vincoli di liquidità aggravati dall’incertezza sull’andamento del petrolio e, in prospettiva, anche dal riacuirsi della crisi greca.
Per alcuni prodotti, inoltre, la limitata disponibilità – connessa a problemi di offerta a livello europeo – potrebbe aver rappresentato un fattore di freno temporaneo, come nel caso delle materie plastiche.
Nei primi quattro mesi dell’anno anche l’export ha mantenuto un andamento positivo: le vendite all’estero sono infatti cresciute del 3,3% grazie al ritrovato slancio sui mercati extra-UE (+8,6% dopo il modesto +0,8% dello scorso anno), nonostante il forte calo del mercato russo (-10%). Resta invece stabile l’export intra-comunitario, il principale mercato di destinazione dell’export italiano con una quota del 62%.
La chimica sembra quindi uscita dalla più lunga e pesante recessione del Dopoguerra, ma - sottolinea Federchimica - l’intensita? della ripresa rimarra? modesta e le conseguenze della crisi continueranno a farsi sentire soprattutto per le PMI chimiche più dipendenti dal mercato interno i cui livelli di attivita? risultano, nella maggior parte dei casi, ancora decisamente inferiori al pre-crisi.
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