11 febbraio 2016 08:00
L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (AGCM) ha concluso l’indagine conoscitiva sul mercato dei rifiuti urbani avviata nell’agosto 2014 a seguito di alcune segnalazioni sulle criticità del settore; insieme ai risultati, ha presentato alcune proposte per rendere il mercato più concorrenziale nell’ottica di migliorarne l’efficienza e poter così raggiungere i futuri obiettivi europei in termini di raccolta differenziata e riciclo.
In sintesi, rileva l’Autorità antitrust, “è necessario accrescere la concorrenza per aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti, favorendo il riciclo e la termovalorizzazione e riformando il sistema consortile per la raccolta degli imballaggi imperniato sul monopolio sostanziale del Conai".
PORTA A PORTA. La quota di differenziata e di riciclo potrebbe essere ulteriormente incrementata attraverso la raccolta “porta a porta”, ad oggi la più costosa, ma di gran lunga la più efficace: nel complesso, quindi, il risultato è una gestione dei rifiuti più economica, perché produce valore, e più sostenibile, perché promuove l’uso di prodotti riciclati.
Per raggiungere l’obiettivo - rileva l’indagine -, è necessario prima di tutto correggere la forte eterogeneità che si riscontra sia nelle varie fasi della filiera, sia nelle diverse realtà locali.
IMPRESE NANE. Quella della raccolta rifiuti è una realtà polverizzata, dove operano un elevato numero di operatori di piccole dimensioni e si fa frequente ricorso all’affidamento del servizio in via diretta e senza gara, con una durata degli affidamenti eccessivamente lunga, anche 20 anni e oltre.
Un altro aspetto critico - si legge nel documento - è l’eccessivo ampliamento della privativa comunale, dovuto alla prassi di comprendere nel perimetro di attività riservate al gestore della raccolta di rifiuti urbani anche la raccolta di una parte consistente di rifiuti speciali (attraverso la cosiddetta “assimilazione” dei rifiuti speciali agli urbani), nonché la gestione delle fasi a valle della raccolta (attraverso la cosiddetta “gestione integrata” dell’intero ciclo dei rifiuti), le quali, invece, si prestano a una gestione più concorrenziale e comunque esterna alla privativa comunale.
LE PROPOSTE. La prima proposta riguarda le modalità di affidamento della raccolta, privilegiando la gara laddove possibile, limitandone la durata a un massimo di cinque anni e vincolando gli affidamenti in-house a un benchmarking di efficienza. Sarebbe poi opportuno ridefinire i bacini per la raccolta, in modo da differenziarli e ampliarli per le fasi a valle (trattamento meccanico-biologico, TMB e termovalorizzazione, TMV), disincentivando quanto più possibile il conferimento in discarica, anche utilizzando meglio lo strumento dell’ecotassa. Per ridurre la discarica andrebbero individuati e sviluppati nuovi sbocchi, per esempio utilizzando il Combustibile Solido Secondario (CSS), prodotto dai TMB come combustibile per i cementifici.
POTENZIARE I TERMOVALORIZZATORI. In Italia, rileva l’indagine, circa un terzo dei rifiuti urbani viene smaltito in discarica, mentre in Germania, Belgio, Paesi Bassi e Svezia le percentuali sono inferiori all’1,5% del totale. Secondo le stime contenute nell’Indagine, se non dovesse aumentare la raccolta differenziata, si renderebbe necessario un incremento di almeno il 50% della attuale capacità di termovalorizzazione per far fronte al fabbisogno nazionale.
Secondo l’Autorità sarebbe anche opportuno applicare un modello di regolazione centralizzato, affidando alcune competenze all’Autorità per l’energia, il gas e il sistema idrico (AEEGSI): per esempio, la definizione degli indicatori e dei parametri di efficienza del servizio, la redazione di contratti-tipo, la definizione delle metodologie tariffarie e la vigilanza e il controllo sulle attività degli Enti locali competenti (soft regulation).
RIFIUTI DA IMBALLAGGIO. L’Indagine conoscitiva ha puntato i riflettori anche sulla gestione della frazione differenziata della raccolta urbana, in particolare dei rifiuti da imballaggio, che ne rappresentano una grossa fetta. L’Antitrust ritiene opportuna una riforma del sistema consortile (Conai), “al quale viene riconosciuto il merito di aver svolto finora un ruolo fondamentale nell’avvio a riciclo della differenziata", ma che dovrebbe evolversi in un modello concorrenziale per garantire che i produttori di imballaggi rispettino il principio "chi inquina paga”.
PIÙ CONCORRENZA. “Il modello verso il quale muoversi - rileva AGCM - dovrebbe essere la creazione di un mercato dei sistemi di gestione che, in concorrenza tra loro, offrano ai produttori di imballaggi il servizio di gestione dei relativi rifiuti”.
Nel medio-lungo periodo, pur mantenendo gli opportuni obblighi di servizio pubblico, sarebbe opportuno conferire a questi sistemi, finanziati dai produttori, la piena responsabilità finanziaria e gestionale della frazione della raccolta differenziata costituita dagli imballaggi confluiti nella raccolta urbana, inclusa la gestione della raccolta, lasciando nella responsabilità degli Enti Locali (e – in sostanza – dei cittadini utenti) soltanto la gestione e i costi della raccolta della frazione indifferenziata e della frazione organica.
© Polimerica - Riproduzione riservata
Via delle Robinie, 10 - 28040 Mezzomerico (NO)
Tel: +39 032194128 - Fax: +39 0321 961014
Web: www.binovapm.it - Email: info@binovapm.it
Via della Merlata, 28 - 20014 Nerviano (MI)
Tel: +39 0331 587171 - Fax: +39 0331 584212
Web: www.frilvam.com/ - Email: frilvam@frilvam.com
Via Rovereto, 11 - 20871 Vimercate (MB)
Tel: +39 039 625661 - Fax: +39 039 6851449
Web: www.engelglobal.com/it/it/home - Email: sales.it@engel.at
Via Gasdotto, 25 - 36078 Valdagno (VI)
Tel: +39 0445 402438
Web: www.gpdipiazzon.it - Email: info@gpdipiazzon.it
Il portale verticale dedicato all'industria delle materie plastiche ora propone un servizio di basic assessment sui requisiti necessari per poter rispettare le normative UE.
Nel mese di luglio un percorso in tre step per identificare ed eliminare sprechi e inefficienze nella trasformazione di materie plastiche.