21 giugno 2016 09:14
Formazione tecnica a tutti livelli, dalle scuole professionali alle lauree scientifiche, al centro della parte pubblica dell’Assemblea di Federazione Gomma Plastica, tenutasi ieri a Milano, presente il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Un tema che, ha sottolineato in apertura dei lavori il presidente della Federazione, Filippo Bettini, è strettamente legato alla produttività delle aziende, che a sua volta ha effetti benefici sull’occupazione, soprattutto se sostenuta da interventi chiari sulla normativa del lavoro.
FORMAZIONE ED OCCUPAZIONE. Occupazione che, ha riferito Bettini, nel settore gomma-plastica ha sostanzialmente tenuto, soprattutto negli ultimi tre anni, nonostante la riduzione della domanda di lavoro causata dalla crisi (-4,8% annuo tra il 2006 e il 2009), anche grazie al ricorso alla cassa integrazione straordinaria e ai contratti di solidarietà, che hanno consentito alle aziende di abbattere il numero di ore lavorate senza dover ridurre il numero di occupati. Nel settore della trasformazione di gomma e plastica, ha poi ricordato il presidente di FGP, i contratti a tempo indeterminato sono oggi il 97% del totale.
La formazione tecnica serve anche a eliminare il gap tra le esigenze del sistema industriale e la preparazione dei giovani che escono da scuole e Università; gap che frena le possibilità occupazionali. Oltre alla formazione, sostiene Bettini, è importante anche la riqualificazione della forza lavoro, che altrimenti viene resa obsoleta dai cambiamenti tecnologici.
ISTITUTI TECNICI IN RETE. Federazione Gomma Plastica è impegnata a promuovere i percorsi di alternanza e lavoro introdotti dalla legge 107 e a sostenere gli istituti tecnici nell’allineare i percorsi formativi alle esigenze delle imprese. Ospita, per esempio, la segreteria della rete italiana che coordina le attività degli istituti tecnici ad indirizzo meccatronica con opzione Tecnologia delle materie plastiche (ISMaP). Come ha spiegato alla platea la coordinatrice della rete, Lionella Favretto (preside dell’IIS Giulio Natta), la rete ISMaP è stata costituita nel 2015 da sette istituti tecnici, numero recentemente salito a nove. L’obiettivo è coordinare le attività e confrontarsi su esperienze, programmi scolastici, progetti avviati e risultati conseguiti.
IL RUOLO DELLE UNIVERSITÀ. A rappresentare il mondo universitario erano presenti il rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone e il Prof.Roberto Frassine del dipartimento Giulio Natta dello stesso ateneo (oltre che Presidente di Assocompositi). Tutti d’accordo nel riconoscere che la formazione sta cambiando, sotto la spinta della globalizzazione e della digitalizzazione (una sorta di Università 4.0 basata sulla formazione a distanza), e che servono percorsi professionalizzanti paralleli a quelli prettamente accademici; una sorta di super-diploma utile ad accelerare l’introduzione degli studenti nel mondo del lavoro. Ciò non toglie che la laurea in Ingegneria resta lo strumento più sicuro per trovare lavoro, con il 96% degli studenti occupati entro 12 mesi dalla Laurea.
PAROLA AI GIOVANI. Ha raccolto molti consensi dal tavolo dei relatori e dalla platea l’intervento di Marco Bottaro, giovane ex studente di un istituto tecnico a indirizzo materie plastiche, da tre anni occupato alla Flli. Maris, costruttore di impianti di estrusione. Bottaro ha raccontato di aver iniziato il liceo scientifico tecnologico, ma di essersi presto appassionato alle materie plastiche, tanto da cambiare scuola per passare ad un istituto tecnico, fortemente sconsigliato in questa scelta dagli insegnanti che intravvedevano per lui un futuro da laureato (con tutta probabilità andando ad ingrossare le file dei disoccupati).
Scuola con buoni voti, alternanza scuola-lavoro presso un’azienda trasformatrice e stage presso la Flli Maris che, avendone individuato i pregi e la buona volontà, non ha esitato ad assumerlo. “Sono contento di aver intrapreso quel percorso e di avere oggi un lavoro coerente con gli studi fatti”.
PRESENTE BOCCIA. L’Assemblea è stata chiusa dal neo Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che ha toccato aspetti più generali, dallo scenario macroeconomico alla Brexit, dalle misure per la competitività alla necessità di detassare i premi di produttività per favorire la crescita del sistema industriale italiano. Che, ha sottolineato Boccia, se non fosse frenato da vincoli e lacci non sarebbe secondo a quello tedesco. Occorre però che le aziende compiano un salto di qualità per diventare eccellenti in ogni funzione aziendale, non solo nella produzione. L’istruzione tecnica, ha quindi ricordato Boccia, resta fondamentale in un paese industriale come il nostro. “Dalle scuole deve iniziare la politica industriale in Italia, tanto che abbiamo dedicato al capitale umano uno dei vicepresidenti di Confindustria”.
Per aumentare la competitività è anche importante la collaborazione dei sindacati e dei lavoratori, che potrebbero beneficiarne in termini di salari più alti - ha aggiunto il Presidente di Confindustria - e serve il sostegno del sistema bancario, che deve incominciare a considerare anche parametri qualitativi, come gli assets intangibili, nella valutazione delle aziende, per poterne stimare il futuro e non solo il passato.
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