29 luglio 2016 08:54
Negli ultimi anni materie plastiche e imballaggi in plastica sono alla sbarra, accusati di essere causa di inquinamento ambientale, ma potremmo farne senza? E con quali impatti sull’ambiente?
COSTI AMBIENTALI TOTALI. Una risposta arriva da un recente studio pubblicato da Trucost, secondo il quale i costi ambientali associati all’utilizzo della plastica nei beni di largo consumo sono quattro volte inferiori a quelli che si dovrebbero sostenere sostituendola con materiali alternativi. L’analisi ha utilizzato la metodologia “natural capital accounting” (analisi del capitale naturale), che considera tutti i costi ambientali, compresi quelli associati al consumo di acqua potabile, alle emissioni nell’ambiente e al littering, che in genere non vengono calcolati nelle analisi economiche.
QUATTRO VOLTE SUPERIORI SENZA PLASTICA. Lo studio “Plastics and Sustainability: A Valuation of Environmental Benefits, Costs, and Opportunities for Continuous Improvement” ha calcolato che la sostituzione delle plastiche con materiali alternativi potrebbe far lievitare i costi ambientali da 139 a 533 miliardi di dollari l’anno: questo perché i materiali plastici, leggeri e protettivi anche in bassi spessori, consentono di consumare meno risorse e offrono benefici considerando l’intero ciclo di vita del prodotto. L’utilizzo di plastiche più sostenibili, invece, potrebbe ridurre i costi ambientali da 139 a 98 miliardi di dollari.
PIÙ EFFICIENTI. Il valore di 139 miliardi di dollari, che corrisponde al costo ambientale dei beni di consumo in plastica, pari al 20% del giro d’affari del settore, è destinato a crescere fino a 209 miliardi entro il 2025 ai tassi attuali di sviluppo. Le due voci che incidono maggiormente sono i costi di produzione (60 miliardi di dollari) e quelli di trasporto (53 miliardi), che insieme arrivano a 113 miliardi.
Il costo ambientale per tonnellata di prodotto delle soluzioni alternative è più basso di quello associato agli imballaggi in plastica, ma il costo finale, considerando la maggiore quantità di materiale necessario, risulta quattro volte superiore.
Anche i costi ambientali della dispersione dei rifiuti in mare sarebbero superiori sostituendo la plastica con altri materiali, sette miliardi di dollari invece di cinque.
RIDURRE L'IMPATTO, NON SOSTITUIRLA. I ricercatori suggeriscono alcuni interventi per ridurre di oltre 30 miliardi di dollari i costi ambientali associati al packaging in plastica, quali l’ottimizzazione del design al fine di ridurre la quantità di materiale per unità di prodotto, lo sviluppo dei circuiti di raccolta, riciclo meccanico e valorizzazione energetica per evitare la dispersione nell’ambiente, oppure l’impiego, nei processi produttivi, di energia elettrica pulita (eolica, fotovoltaica ecc.), o - ancora - individuare sistemi di trasporto meno impattati sull’ambiente.
Secondo i risultati dello studio, quindi, è senz’altro più efficace lavorare sull’ottimizzazione dei packaging e dei materiali plastici utilizzati per produrli, piuttosto che tentare di sostituire questi ultimi con soluzioni alternative.
Scarica lo studio completo dal sito di ACC
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