1 dicembre 2016 08:02
Il sovrano saudita Salman bin Abdulaziz Al Saud ha inaugurato il complesso petrolchimico di Sadara (joint-venture tra Dow e Saudi Aramco) e la raffineria Satorp (JV tra Saudi Aramco e Total), primi risultati concreti del piano industriale Saudi Vision 2030 varato dal governo saudita per trasformare in paese da produttore di petrolio a potenza industriale e stimolare in questo modo la crescita economica, creando occupazione e favorendo gli investimenti esteri.
SADARA. Costato venti miliardi di dollari, il polo petrolchimico integrato di Sadara sorge a Jubail Industrial City, nella parte orientale del paese. Il progetto prevede 26 impianti, i primi dei quali sono stati avviati l’anno scorso e i restanti entreranno in funzione nei prossimi mesi, per una capacità produttiva complessiva pari a tre milioni di tonnellate annue tra intermedi chimici e materie plastiche. Nel sito sono presenti un cracker MFC (Mixed Feed Cracker) da 1,5 milioni di tonnellate di etilene, tre impianti per polietilene a bassa densità, oltre ad unità per la produzione di ossido di etilene e di propilene, materie prime poliuretaniche (isocianati, polioli polietere) ed elastomeri poliolefinici. Circa quattromila saranno gli addetti occupati con gli impianti a pieno regime.
PLASCHEM PARK. Nei piani del governo saudita, collegato al polo di Sadara, c’è PlasChem Park, insediamento industriale dedicato all’industria delle materie plastiche, frutto di una partnership tra Sadara e le autorità locali, con la prospettiva di occupare altre 25mila persone integrando ulteriormente a valle la filiera petrolchimica. L’intenzione è produrre specialità chimiche, semilavorati e prodotti finiti destinati sia al mercato interno, sia all’esportazione, anche in Europa. Secondo il Governo, sarebbero già stati approvati una trentina di progetti di insediamento.
SATORP. Il secondo grande progetto che vede impegnati Saudi Aramco e Total a Jubail è Saudi Aramco Total Refining and Petrochemical Co. (Satorp), una raffineria in grado di lavorare 400mila barili di greggio al giorno per trasformarli in benzina a basso contenuto di zolfo, gasolio e carburante avionico, rispettando gli standard americani, europei e giapponesi. Il complesso sarà anche in grado di produrre un milione di tonnellate annue di paraxilene, benzene, solfo e sottoprodotti destinati ad alimentare cementifici e centrali elettriche.
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