16 novembre 2017 07:52
Il Parlamento europeo ha approvato ieri a larga maggioranza (554 sì, 48 no e 80 astensioni) le nuove norme antidumping che serviranno a contrastare le importazioni a basso costo provenienti da paesi terzi, oggetto di dumping e sovvenzioni.
I deputati hanno votato regole più ferree a difesa dell’industria e del lavoro, che - per la prima volta - prevedono anche il rispetto delle norme sociali e ambientali internazionali.
Le nuove regole entreranno in vigore dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio, presumibilmente nel gennaio dell’anno prossimo.
REGOLE UGUALI PER TUTTI. “Oggi non stiamo solo discutendo se la Cina sia un’economia di mercato o un’economia non di mercato, ma se il nostro sistema europeo possa e debba creare regole uguali per tutti e se queste regole possano offrire le stesse opportunità a tutti. La risposta è sì, perché abbiamo bisogno di una concorrenza equa e leale”, ha dichiarato il relatore del provvedimento, l’italiano Salvatore Cicu (PPE).
Il Presidente della commissione per il commercio internazionale, il tedesco Bernd Lange (S&D) si è dichiarato orgoglioso del risultato raggiunto: "Abbiamo rafforzato la nostra difesa commerciale e garantito che, per la prima volta, la legislazione mondiale in materia di difesa commerciale terrà conto del rispetto delle norme su lavoro e ambiente. Abbiamo dato alle nostre industrie un sistema a prova di futuro per proteggerle efficacemente dalle pratiche sleali”.
LE NOVITÀ. Tra le novità introdotte dal nuovo pacchetto, il dumping sociale e ambientale sarà preso in considerazione nel valutare le misure antidumping, la Commissione europea monitorerà la situazione nei Paesi esportatori e le imprese dell’UE potranno basarsi sulle relazioni della Commissione per presentare reclami. Inoltre, sparisce l’onere di prova supplementare per le imprese dell’UE nei casi di dumping. Le piccole e medie imprese riceveranno assistenza nella gestione dei reclami e tutte le parti interessate, tra cui i sindacati, potranno contribuire alle decisioni riguardanti le misure di difesa commerciale.
I deputati stanno inoltre negoziando un aggiornamento degli "strumenti di difesa commerciale" dell'UE, che riguardano la difesa commerciale contro le importazioni da paesi che non interferiscono in maniera sistematica nell’economia, ma comunque utilizzano dumping e sovvenzioni per vendere i loro prodotti.
LA POSIZIONE ITALIANA. "Il giudizio del Governo italiano non è cambiato - ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda -. Pur non trattandosi di una soluzione ottimale, il compromesso raggiunto rappresenta il miglior risultato possibile tenuto conto delle diverse forze in gioco. A questo riguardo, va ricordato come all’inizio del 2016, quando si iniziò a riflettere a Bruxelles su questo dossier, le idee presentate dalla Commissione corrispondevano ad un vero e proprio riconoscimento alla Cina dello Status di Economia di Mercato (MES), moderato solo da alcuni correttivi". "Sin dall’inizio - ha aggiunto Calenda -, l’Italia ha intrapreso una battaglia, spesso solitaria soprattutto in Consiglio, per correggere una traiettoria che avrebbe portato ad un risultato disastroso per l’industria ed i lavoratori europei. Anche grazie a questo impegno, la Commissione ha corretto la sua linea presentando - nel novembre 2016 - una proposta che ha abbandonato l’ipotesi del riconoscimento del MES e che contempla un nuovo meccanismo di calcolo del dumping basato, invece, sul concetto della presenza di distorsioni significative. Successivamente, in Consiglio, nonostante la nostra posizione fosse di assoluta avanguardia, è stato possibile apportare ulteriori miglioramenti. Su questo solco si è poi inserito il fondamentale lavoro del Parlamento Europeo che ha apportato ulteriori miglioramenti al regolamento".
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