16 novembre 2017 07:25
Il fluff, residuo indifferenziato e frantumato che si ottiene dalla demolizione di autoveicoli, potrebbe presso essere ammesso per la produzione di combustibile solido secondario (CSS) destinato a cementifici e termovalorizzatori, in quanto formalmente non escluso dal Decreto (n. 22 del 2013) che regola l’End-of-Waste del CSS-combustibile. Lo ha detto a Ecomondo il Capo Segreteria Tecnica del Ministero Carlo Maria Medaglia, intervenuto in teleconferenza al convegno “Il Recupero dei veicoli fuori uso al centro dell’Economia Circolare” organizzato dall’ADA – Associazione Nazionale Demolitori Autoveicoli aderente a FISE Unire (Unione Imprese del Recupero).
Ogni anno si producono in Italia 200.000 tonnellate di fluff: secondo l’associazione dei demolitori, “una significativa percentuale di questi rifiuti difficili da riciclare per via meccanica potrà, una volta trattata in impianti autorizzati e certificati, divenire un combustibile End of Waste e andare a potenziare la sostenibilità ambientale ed economica di questo importante settore industriale”.
“Accogliamo con estremo favore le anticipazioni del Ministero dell’Ambiente sul futuro possibile destino della frazione leggera proveniente dalla frantumazione dei veicoli - sottolinea Simone Pollini, Vice Presidente di ADA -. Si apre per il nostro settore un nuovo scenario che finalmente ci avvicina ai Paesi europei che hanno già individuato soluzioni adeguate per il trattamento del fluff, consentendo di recuperare in chiave energetica questo materiale, attualmente destinato, in Italia, per la maggior parte a discariche dedicate, particolarmente onerose per chi produce questa tipologia di scarto”.
Secondo l’associazione, infatti, in Italia si demoliscono ogni anno un milione di veicoli: l’85% dei materiali provenienti dal trattamento viene avviato a reimpiego e riciclo, ma per raggiungere il target europeo del 95% di recupero complessivo occorre introdurre una quota di recupero energetico. Sono oltre 1.500 gli impianti di demolizione attivi nel nostro paese, prevalentemente al Nord (44%), che trattano oltre 1 milione di tonnellate di materiali, un quantitativo in costante crescita, circa 83.000 tonnellate in più rispetto al 2014 (+9%).
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