19 settembre 2018 12:17
Pur rivista e ridotta rispetto alla versione iniziale (da 6.031 a 5.745 codici doganali), è stata pubblicata dall’Amministrazione Trump la nuova lista - la terza dall’inizio dell’anno - di prodotti che saranno sottoposti ad un dazio del 10% a partire dal 24 settembre; tariffa doganale che salirà al 25% a partire dal 1 gennaio 2019.
Il valore dei beni sottoposti ai nuovi dazi, tra cui prodotti chimici, materie plastiche e articoli in gomma e plastica, macchine e componenti per la trasformazione dei polimeri, è stimato in oltre 200 miliardi di dollari.
La prima tranche di dazi era entrata in vigore il 6 luglio scorso, seguita da una seconda il 23 agosto, come risposta a furti di segreti industriali e violazioni di copyright subiti da aziende americane.
La Cina ha annunciato, come ritorsione, l’’imposizione di tariffe doganali del 5 e 10 percento su molti prodotti USA, per un valore di circa 60 miliardi di dollari, a partire dal 24 settembre.
Rispetto alla versione iniziale, in seguito a consultazione pubblica, l’Amministrazione USA ha spuntato dall’elenco (scaricabile in allegato) 297 codici doganali, tra cui apparecchi elettronici di consumo, smart watches e dispositivi Bluetooth, alcune materie prime e intermedi chimici, tessili, prodotti agricoli, dispositivi di sicurezza quali caschi da bici e seggiolini per bambini.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che potrebbe applicare, in risposta ad eventuali ritorsioni doganali cinesi, ulteriori dazi su importazioni per 267 miliardi di dollari, per un totale di 517 miliardi di dollari, coprendo così l’intero ammontare dell’export di Pechino negli USA.
La guerra commerciale tra Cina e USA è fortemente osteggiata dall’industria chimica statunitense che teme sia un aumento dei costi di produzione, sia possibili ritorsioni cinesi all’importazione di prodotti americani. Secondo l’American Chemistry Council (ACC), associazione dell’industria chimica statunitense, circa la metà dei 194 miliardi di dollari già pianificati in investimenti nella petrolchimica USA potrebbe essere sospesa o, addirittura, cancellata.
La Cina è uno dei partner commerciali più importanti per l’industria chimica americana: l’anno scorso ha importato 3,2 miliardi di dollari di materie plastiche, pari all’11% dell’intera produzione USA.
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