26 febbraio 2019 09:11
BASF ha chiuso l’esercizio 2018 con una crescita delle vendite di due punti percentuali, a 62,7 miliardi di euro - grazie ad un leggero miglioramento di volumi e prezzi -, registrando però una flessione dei margini operativi, trascinati in basso dalle attività nella chimica: L’Ebit prima delle poste straordinarie è diminuito del -17% a 6,4 miliardi di euro (due terzi del declino imputabile al segmento Chemicals), mentre l'utile netto è sceso del -22,6% a 4,7 miliardi, contro i 6 miliardi del 2017.
A concorrere alla flessione dei risultati - afferma BASF - la caduta dei margini dell’isocianato nella seconda metà dell’anno e di quelli del cracking in tutte le aree geografiche, oltre alle difficoltà nella navigazione fluviale sul Reno nel secondo semestre, causate dai bassi livelli delle acque.
EFFETTO RENO. Entrando in dettaglio, i volumi venduti sono aumentati leggermente rispetto al 2017 nei segmenti Functional Materials & Solutions e Agricultural Solutions, in parte compensati dall’andamento negativo di Performance Products e Chemicals. A pesare su questi due settori alcuni fermo impianti e il basso livello delle acque del Reno, che hanno causato disagi negli approvvigionamenti di materie prime e nella logistica dei prodotti finiti.
Sul giro d’affari ha pesato anche un effetto valutario negativo (-4%), mentre il perimetro di portafoglio ha contribuito per un +1%.
Le difficoltà di navigazione fluviale hanno pesato anche sui margini, riducendoli di quasi 250 milioni di euro.
INCERTEZZA E TENSIONI. A livello più generale, hanno pesato sui margini del gruppo il clima di incertezza e le tensioni geopolitiche, il rallentamento di mercati chiave come l’automotive - settore in cui l’azienda ha più clienti -, in particolare la domanda proveniente dai clienti cinesi. Il tutto aggravato dalla guerra commerciale tra USA e Cina, che ha contribuito a rendere più cauti gli acquirenti.
"Stiamo affrontando queste sfide - afferma il CEO di BASF, Martin Brudermüller -. Con la nostra nuova strategia, sfrutteremo il 2019 come un anno di transizione per emergere ancora più forti. Stiamo infatti adattando le nostre strutture e i nostri processi e concentrando la nostra organizzazione focalizzandola sulle esigenze dei nostri clienti”.
VA AVANTI LA RIORGANIZZAZIONE. É proseguita l’anno scorso la riorganizzazione del gruppo, che sta interessando 20mila addetti. Dal 1° gennaio di quest’anno la struttura divisionale è passata da 4 a 6 segmenti, ognuno dei quali avrà due divisioni operative, ad eccezione di Agricultural Solutions, che opererà con una sola business unit. Il segmento Chemicals si articola ora in Petrochemicals e Intermediates, mentre Materials si compone di Performance Materials e Monomers. Il segmento Industrial Solutions si divide in Dispersions & Pigments e Performance Chemicals, mentre Surface Technologies prevede le divisioni Catalysts e Coatings. Infine, il segmento Nutrition & Care opera con le business unit Care Chemicals e Nutrition & Health.
OUTLOOK 2019. Le previsioni per l’anno in corso sono basate sull’assunto che l’economia rallenterà a livello globale (+2,8% contro il +3,2% del 2018) e i primi effetti sono già visibili in Europa sia in termini di domanda interna, sia nelle esportazioni. L’economia statunitense dovrebbe invece restare solida, mentre quella cinese si sta raffreddando, pur mantenendo tassi di crescita elevati rispetto ad altre aree. BASF stima quindi che la produzione chimica, a livello mondiale, possa crescere del +2,7% quest’anno (come nel 2018).
L’outlook vede una leggera ripresa del settore auto, una attenuazione dei conflitti commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali, mentre la Brexit dovrebbe giungere a termine senza ripercussioni economiche più gravi del previsto.
In questo contesto, seppur impegnativo - rileva Brudermüller - BASF prevede di aumentare leggermente le vendite nel corso dell’anno, grazie al contributo positivo dei volumi e del portafoglio; anche l’Ebit prima delle poste speciali dovrebbe migliorare.
Brudermüller ritiene che i primi due trimestri saranno relativamente deboli: "Innanzitutto, nella prima metà del 2018 abbiamo ancora beneficiato di margini elevati per gli isocianati, quindi la base di confronto è molto alta - afferma il CEO di BASF -. In secondo luogo, i costi associati all'attuazione della nostra strategia avranno un impatto sui margini, così come un numero maggiore di turnaround programmati rispetto al 2018”.
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