9 luglio 2019 08:55
BASF giudica i risultati finanziari del secondo trimestre inferiori alle attese, in particolare per quanto concerne il margine operativo netto (Ebit), sceso - secondo le prime stime - a 500 milioni di euro, il 71% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, causato da una produzione industriale più debole del previsto nella prima parte dell'anno, che ha impattato su volumi e margini del gruppo chimico tedesco.
Tra gennaio e giugno, le vendite hanno accusato un calo del -4% a 15,2 miliardi di euro e l’Ebit prima delle poste straordinarie ha registrato una flessione del 47%, fermandosi a circa un miliardo di euro, soprattutto per l’andamento non performante dei segmenti Materials (dove hanno contribuito i bassi prezzi degli isocianati), Chemicals (per alcuni fermi impianto programmati) e Agricultural Solutions. In crescita, invece, l’utile netto (6,5 miliardi, 5 in più rispetto all’anno corso), frutto del deconsolidamento di Wintershall.
Le cause della debolezza della domanda industriale sono note: l’industria automobilistica ha registrato a livello globale una flessione del -6% nella prima parte dell’anno, più grave in Cina (-13%), principale mercato mondiale per il comparto automotive. Ma hanno contribuito anche le difficoltà del settore agricolo in Nord America, a causa di ragioni climatiche.
In base all’andamento registrato nel primo semestre e allo scenario macroeconomico all’insegna della bassa crescita, BASF ha rivisto al ribasso le sue previsioni, stimando per l’intero anno un Ebit prima delle poste straordinarie che potrebbe essere inferiore fino al 30% rispetto a quello dell’esercizio 2018 (le precedenti stime indicavano invece un aumento a singola cifra); anche le vendite potrebbero mostrare un leggero declino nel corso dell’anno.
Il gruppo tedesco ha recentemente annunciato un piano di ristrutturazione delle attività e del portafoglio al fine di contenere i costi e incrementare di 2 miliardi di euro l’anno l’Ebit, a partire dalla fine del 2021, anche con il taglio di posti di lavoro, circa 6.000 a livello globale (leggi articolo).
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