19 ottobre 2019 12:04
Commentando la nuova tassa sugli imballaggi in plastica, 1 euro al chilogrammo a partire dal 1° giungo 2020 (sempre che non venga modificata in Parlamento, come molti si augurano), Luigi De Tomi, presidente della Sezione Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Vicenza, riassume così il pensiero di molti industriali e lavoratori del settore: "Il 2 giugno 2020, il giorno dopo la prevista entrata in vigore di questa tassa, anziché come il giorno della Festa della Repubblica, sarà ricordato come il giorno della fine dell’industria plastica in Italia, con conseguenti chiusure e licenziamenti. Se le aziende italiane si ritrovassero a pagare la materia prima il doppio dei concorrenti, perché è di questo che stiamo parlando, vuol dire molto semplicemente che si chiude. Si tratta di una disparità troppo grande. Si tratta di una tassa pari al 100% del costo della materia prima, non so se chi ha stabilito questa enormità se ne rende conto”.
"Il Governo - si chiede De Tomi - vuole far questo alle proprie imprese e ai propri cittadini? Vuole far fuori dal mercato, senza alcun guadagno per l’ambiente, le aziende italiane in favore di quelle austriache, tedesche, francesi, cinesi? Anche perché, e qui il paradosso assoluto, si andrebbe a colpire anche imballaggi contenenti materiale riciclato, penalizzando così gli enormi sforzi che le imprese stanno compiendo per la completa transizione verso l’economia circolare".
Secondo il manager veneto (è direttore generale di Teraplast), la plastics tax non incentiverà alcuna pratica di sostenibilità ambientale: "è solo una caccia alle streghe per racimolare risorse per far quadrare i conti pubblici, ovvero per spendere soldi su altro - afferma -. Non c’è una pianificazione, non c’è una valutazione fatta con la filiera, dalla materia prima alla trasformazione e soprattutto dal consumo allo smaltimento. E dico ‘soprattutto’ perché è in queste ultime due fasi che succedono i disastri e una di queste, l’ultima, dipende in modo diretto dalle istituzioni pubbliche che stanno chiedendo questo balzello ai trasformatori".
”Ora sta alla responsabilità dei parlamentari fare un ragionamento serio con gli attori di questo comparto, dalla materia prima allo smaltimento, non certo solo con le industrie, ed evitare un colpo che rischia di essere definitivo per molti incolpevoli produttori italiani già subissati da continue fake news e mistificazioni prive di ogni qualsivoglia riscontro scientifico”, conclude De Tomi.
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