31 gennaio 2020 08:30
Nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso - secondo le analisi di Ucimu-Sistemi per produrre - gli ordini di macchine utensili e robot ricevuti dai costruttori italiani hanno segnato un calo del -16% rispetto allo stesso periodo del 2018, con l’indice che si attesta a 105,5 (base 100 nel 2015).
Sul risultato ha pesato, negativamente, sia l’andamento del mercato domestico che la debolezza della domanda estera. In particolare - sottolinea Ucimu - la raccolta sul mercato interno ha registrato un crollo del -21,2%, anche se l’indice resta positivo (172), mentre sul fronte estero gli ordini sono calati del -13,8% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2018 e, in valore assoluto, l’indice si è attestato a 91,5.
“Il calo registrato nel quarto trimestre 2019 conferma le nostre previsioni, mostrando una situazione di progressiva riduzione della propensione a investire - nota Massimo Carboniero, presidente di Ucimu -. Sul fronte interno l'indice mostra un progressivo ridimensionamento, indicando che il consumo italiano di sistemi di produzione si sta riportando su valori fisiologici tipici del nostro mercato". "D’altra parte - aggiunge Carboniero - non potevamo aspettarci che la domanda italiana mantenesse ancora i ritmi di crescita a cui ci aveva abituato nel triennio 2016-2018”.
L’associazione teme ora un nuovo blocco degli investimenti che riporterebbe il nostro manifatturiero indietro di anni, vanificando quanto di buono è stato fatto con il Piano Industria 4.0. “Le nuove misure di credito di imposta previste nella Legge di Bilancio 2020, in sostituzione di super e iperammortamento, sono tecnicamente adeguate allo scopo di sostenere l’aggiornamento dei macchinari e la trasformazione in chiave digitale dell’industria italiana - afferma il presidente di Ucimu -. Ciò che non è adeguato è la loro temporalità sempre legata ai soli 12 mesi”.
Ucimu chiede quindi al Governo di "ragionare su un nuovo piano triennale per l’innovazione che, capace di supportare gli investimenti in tecnologie di produzione, abbia il credito di imposta, secondo le differenti declinazioni (aliquote), come misura portante. Solo così, con un piano di medio-lungo periodo, le imprese possono veramente pianificare, con ponderazione, gli investimenti da fare e le azioni da intraprendere, dando continuità al processo di trasformazione e aggiornamento del manifatturiero italiano che è avviato, ma non certo concluso”.
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