28 febbraio 2020 08:40
Il gruppo tedesco BASF ha registrato nell’esercizio 2019 vendite per 59,3 miliardi di euro, in leggera flessione (-1,5%) rispetto al giro d’affari dell'anno precedente, che aveva oltrepassato la soglia dei 60 miliardi. Il declino è stato causato sia da una riduzione dei volumi che da un più basso livello dei prezzi medi. Il margine operativo netto (Ebit) è e sceso nel periodo di 1,7 miliardi attestandosi a 4,5 miliardi di euro (-28%).
“Abbiamo ottenuto buoni risultati, anche in tempi difficili - ha commentato il CEO di BASF, Martin Brudermüller -. Il 2019 è stato un anno impegnativo con forti venti contrari a livello economico. I conflitti commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno avuto un impatto negativo, i mercati chiave si sono sviluppati più lentamente e tutto ciò è stato intensificato dalle incertezze legate alla Brexit. La crescita della produzione industriale e di quella chimica è stata significativamente più lenta del previsto e la domanda di molti settori chiave, in particolare l'auto, è diminuita in modo rilevante”.
“Nonostante questo difficile scenario, abbiamo incrementato i nostri margini in tutti i segmenti a valle - ha aggiunto Brudermüller -. Sfortunatamente, ciò non è riuscito a compensare il declino nei prodotti chimici di base”. L'Ebit prima delle poste straordinarie nei segmenti Materials e Chemicals è sceso da 2,2 a 1,8 miliardi di euro. "Il forte calo dei prezzi dell'isocianato, i margini più bassi nel cracking, manutenzioni programmate e una domanda complessivamente più debole hanno avuto un impatto negativo significativo".
Si sono rilevati più redditizi i segmenti Industrial Solutions e Surface Technologies, così come Nutrition & Care e Agricultural Solutions.
Brudermüller ha anche sottolineato i risultati positivi del piano strategico avviato l’anno scorso per ridisegnare l’organizzazione, ridurre la complessità e semplificare i processi.
Per quanto concerne la gestione del portafoglio, il CFO Hans-Ulrich Engel ha sottolineato l’acquisizione delle attività nelle poliammidi di Solvay per 1,3 miliardi di euro, operazione conclusa il 31 gennaio scorso: “I nostri clienti beneficeranno di questa operazione e BASF dispone oggi di un portafoglio completo, una più forte presenza regionale e una migliorata affidabilità nelle forniture”. L’anno scorso, il gruppo tedesco ha anche siglato un accordo con Lone Star per cedere le attività nella chimica per le costruzioni, al controvalore di 3,17 miliardi di euro, operazione che sarà completata nel terzo trimestre di quest’anno.
Passando all’outlook 2020, Brudermüller ha spiegato che i primi due mesi dell’anno sono stati caratterizzati da un’elevata incertezza a livello macroeconomico, a cui si è aggiunta l'emergenza coronavirus, che ha impattato soprattutto sulle attività in Cina: "La riduzione della domanda e il blocco della produzione in molti settori sono le conseguenze delle misure adottate per prevenire l'ulteriore diffusione del virus”. BASF ora teme che gli effetti dell’epidemia possano estendersi anche a livello mondiale, soprattutto nel primo semestre. La crescita economica a livello globale dovrebbe quindi attestarsi sul +2%, inferiore al +2,6% registrato nel 2019, mentre la produzione chimica crescerà quest’anno del +1,2%, contro il +1,8% dell’anno scorso.
In questo scenario, BASF conta di chiudere l’esercizio 2020 con vendite tra 60 e 63 miliardi di euro e con un Ebit prima delle poste straordinarie tra 4,2 e 4,8 miliardi. "Prevediamo una leggera crescita nella maggior parte dei settori nostri clienti - ha dichiratao il CEO di BASF -. Per l'industria automobilistica, tuttavia, stimiamo un ulteriore declino della produzione”.
Per quanto concerne gli investimenti, nei prossimi 5 anni BASF destinerà 23,6 miliardi di euro a interventi in conto capitale, un terzo dei quali tra il 2020 e il 2024 nella aree di maggior crescita, con due importanti progetti in Cina (Guangdong) e India (Mundra), così come nei materiali per le batterie. Il 41% dei nuovi investimenti sarà allocato in Asia Pacifico e il 34% in Europa.
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