Gli
ordini di
macchine utensili raccolti dai costruttori italiani, nel
secondo trimestre di quest’anno sono scesi del
-39,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sintesi di un calo del
-44.7% sul
mercato interno e del -
37,8% dall’
estero.
I dati vengono dal Centro Studi & Cultura di Impresa dell’associazione di settore,
Ucimu-Sistemi per produrre. Va però ricordato che il secondo trimestre comprende il mese di aprile, durante il quale i costruttori di macchine utensili e buona parte dei loro clienti erano chiusi a causa del
lockdown.
“L’
incertezza generata dalla pandemia e la sua diffusione asincrona nelle diverse aree del mondo - nota il Presidente di Ucimu,
Massimo Carboniero - complica le cose e, indubbiamente,
frena gli investimenti in sistemi di produzione, ma noi costruttori italiani rileviamo qualche piccolo segnale di ripresa soprattutto legato al mercato interno”. “Secondo i dati elaborati da UCIMU sulle rilevazioni dell’autorevole istituto econometrico Oxford Economics, dopo la frenata dell’anno in corso, nel
2021 gli
investimenti in nuove tecnologie di produzione dovrebbero
tornare a salire”, aggiunge Carboniero.
In particolare, la domanda di macchine utensili in
Italia è attesa in crescita l’anno prossimo del
+31,5% a oltre 3,5 miliardi di euro. Anche l’
Europa dovrebbe mostrare vivacità, incrementando del
+19,5% il consumo, sfiorando così i 18 miliardi di euro. L’Asia, con la Cina in testa, dovrebbe ritrovare lo slancio perduto, segnando una crescita della domanda del +35,3% pari a 34 miliardi, così come l’America, i cui investimenti in nuovi sistemi di produzione dovrebbero raggiungere il valore di 11 miliardi di euro, il 31% in più rispetto al 2020.
“Con queste indicazioni - sostiene il Presidente di Ucimu - l’auspicio è che realmente
il peggio sia
alle nostre spalle e che i prossimi mesi dell’anno possano essere caratterizzati da una
inversione di tendenza che precede il recupero atteso nel 2021. Anche in ragione di ciò stiamo lavorando intensamente all’organizzazione della 32esima
BI-MU che, in programma dal
14 al
17 ottobre, sarà il primo appuntamento espositivo dell’anno per gli operatori del settore e, considerato il posizionamento temporale, potrà beneficiare ancora delle misure di incentivo previste fino a fine anno dal piano Transizione 4.0”.
Come sostegno alla ripresa, Ucimu chiede al
Governo di rendere
strutturali le misure del
Piano Transizione 4.0, almeno da coprire un periodo di tre anni e permettere alle imprese di programmare nel tempo gli investimenti. “Alle autorità di governo - conclude Carboniero - chiediamo di
intervenire sui
fattori strategici per l’industria italiana: innovazione tecnologica e internazionalizzazione, risorse umane e costo del lavoro, finanza e patrimonializzazione. Interventi da fare subito, concretamente, per un vero piano di rilancio dell’economia italiana”.
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