BASF ha annunciato che sarà presto in grado di fornire ai propri clienti i dati sul '
carbon footprints’ (impronte di carbonio) di tutti i suoi prodotti, oltre
45mila referenze, avendo quasi completato il progetto di calcolo del
PCF (Product Carbon Footprint) avviato nel 2007. Si partirà nei prossimi mesi con un gruppo selezionato di prodotti e di clienti, per arrivare alla copertura dell’
intero portafoglio entro la fine del
2021.
BASF è il primo gruppo chimico a fornire in modo trasparente i dati delle
emissioni di CO2 equivalente per l’intero portafoglio di prodotti. Il calcolo delle emissioni di gas climalteranti, condotto con strumenti digitali sviluppati internamente, riguarda
ogni fase del processo, dall’ingresso delle materie prime all’energia necessaria alla produzione.
“
Sostenibilità e
digitalizzazione sono componenti essenziali della nostra strategia, che implementiamo con coerenza e costanza - afferma
Martin Brudermüller, Presidente del Consiglio di Amministrazione di BASF -. Calcolare l’impronta di carbonio associa i due aspetti e permette di offrire ai nostri clienti una
maggiore trasparenza relativamente alle emissioni di ogni prodotto fornito dal Gruppo. A sua volta, questo ci consente di sviluppare, insieme ai nostri partner, programmi volti a
ridurre le emissioni di gas serra lungo tutta la filiera, fino al consumo finale".
Per ridurre le emissioni di CO2, BASF ha iniziato quest’anno a fornire intermedi e prodotti finali con un contenuto di materia prima rinnovabile certificato attraverso il metodo di compensazione '
Biomass balance’: i rifiuti organici e gli oli vegetali utilizzati nei processi al posto dei feedstock fossili vengono calcolati e attribuiti ai prodotti venduti. In modo analogo, utilizzando il
bilancio di massa, viene calcolato l’apporto del
riciclo chimico di rifiuti plastici attraverso il programma
ChemCycling, che consente di introdurre fin dalle prime fasi del processo, a livello di cracking, i feedstock rigenerati quali oli di
pirolisi o
syngas, per poi distribuire il beneficio ambientale nei prodotti finali, rispettando l’equivalenza tra i volumi. In questo modo, i prodotti vantano le stesse proprietà di quelli ottenuti da materie prime fossili, ma la loro impronta di carbonio risulta inferiore.
“BASF intende mettere i PCF a disposizione anche dei partner localizzati nel nostro Paese - aggiunge
Astrid Palmier, Sustainability Manager di
BASF Italia -. Si tratta di oltre 2.000 clienti, principalmente PMI che rappresentano il fulcro dell’imprenditoria Italiana e che stanno dimostrando un interesse crescente nei confronti dei temi della sostenibilità. Il nostro obiettivo è aumentare il livello di trasparenza lungo l’intera filiera”.
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