La
Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato le decisioni del Tribunale UE e della Commissione europea in merito all’indagine sul
cartello nel mercato dei
cavi elettrici, che aveva portato nel 2014 a sanzioni per complessivi 301,6 milioni di euro a carico di undici produttori di cavi energia ad alto voltaggio, sottomarini e sotterranei, ritenuti colpevoli di pratiche contro la concorrenza (
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A
Prysmian, la Commissione Europea aveva comminato la
multa più pesante: 104,6 milioni di euro, suddivisi tra
Pirelli (67,3 milioni) e
Goldman Sachs (37,3 milioni), socio di riferimento di Prysmian dopo Pirelli.
Il gruppo milanese aveva fatto ricorso, respinto però dalla Corte di Giustizia UE, che nell’ultima sentenza del 28 ottobre 2020 (
qui in versione integrale) ha confermato che Pirelli dovrà rispondere in solido con Prysmian in applicazione del principio della “
parental liability”, per aver detenuto il capitale di Prysmian per una parte del periodo di attività del cartello, dal 1999 al 2005, sebbene Pirelli sia stata giudicata
estranea alle attività anticoncorrenziali.
Resta pendente, dal 2014, un giudizio promosso da Pirelli davanti al
Tribunale di Milano volto a ottenere l’accertamento e la dichiarazione dell’obbligo di Prysmian di tenere Pirelli
manlevata da qualsiasi pretesa relativa al cartello, ivi inclusa la sanzione comminata dalla Commissione Europea.
Sotto il profilo finanziario, Pirelli ricorda che la
sentenza non avrà alcun
impatto economico, poiché la società aveva già effettuato opportuni accantonamenti nei propri fondi rischi e oneri in relazione a passività potenziali relative al procedimento.
Nei giorni scorsi un analogo ricorso di
Prysmian contro il provvedimento era stato respinto dalla Corte (
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