BASF ha illustrato i
piani in corso per rendere
più circolari le attività nei prossimi cinque anni, con l'obiettivo di utilizzare nei propri processi produttivi fino a
250.000 tonnellate annue di materie prime provenienti da riciclo. Questo obiettivo è inserito nel
Circular Economy Program varato dal gruppo chimico tedesco, attraverso il quale entro il 2030 le
vendite di prodotti ottenuti dall'economica circolare raggiungeranno
17 miliardi di euro, il doppio del valore attuale.
ADDITIVI PER IL RICICLO. Per quanto concerne le materie plastiche, il gruppo sta lavorando su più fronti al fine di aumentare il grado di riutilizzo dei rifiuti: il primo è lo sviluppo di
additivi, in particolare
stabilizzanti, sempre più performanti nel migliorare le prestazioni dei materiali riciclati per via meccanica, riportandoli a livelli vicini a quelli delle plastiche vergini (
upciclyng), oppure per consentirne l'utilizzo in miscela (
compatibilizzanti) quando diviene complesso separarli. Buoni risultati sono stati ottenuti nel caso di
PET e
polipropilene provenienti dal riciclo di bottiglie, attraverso l'impiego di
copolimeri a blocchi in grado di interconnettere le diverse fasi dei due polimeri. In questo modo è possibile migliorare la qualità del PET riciclato contenente impurità poliolefiniche nella produzione di bottiglie, così come aumentare le possibilità di riciclo di imballaggi multistrato.
RICICLO CHIMICO IN AZIONE. Un secondo fronte è l'
ottimizzazione - lavorando sui sistemi di
catalisi - dei processi di
pirolisi di
rifiuti plastici misti al fine di ottenere feedstock di buona qualità alternativi alla nafta per produrre nuovi polimeri, seguendo il programma
ChemCycling varato due anni fa. Le due principali sfide, sostiene BASF, sono la
purificazione dell'
olio di pirolisi - quando proviene dal recupero di plastiche miste - al fine di renderlo idoneo ai processi petrolchimici e il
passaggio alla
scala industriale. Nel primo caso, è importante eliminare o ridurre dgli oli di pirolisi elementi degradativi come il cloro o lo zolfo, che possono provocare fenomeni di corrosione. In questo campo, BASF sta collaborando con la norvegese
Quantafuel per sviluppare un
processo integrato di
pirolisi e successiva
purificazione catalitica al fine di ottenere feedstock di qualità elevata per i propri impianti (
leggi articolo).
DAL PILOTA ALLA SCALA INDUSTRIALE. Per quanto concerne il passaggio del riciclo chimico dalla scala pilota a quella industriale, BASF ha messo al lavoro il
supercomputer Quriosity al fine di ottimizzare le prestazioni dei catalizzatori e dei reattori di purificazione, fornendo a
Quantafuel anche l'esperienza maturata nell'igegneria chimica.