3 novembre 2021 08:43
La lunga striscia di segni negativi per il mercato italiano dell'auto, iniziata in estate, si conferma anche nel mese di ottobre. Le immatricolazioni sono state 101.015 contro le 157.188 unità dello stesso mese 2020 (-35,7%).
Il cumulato dei primi dieci mesi dell'anno si attesta così a 1.266.629 immatricolazioni, il 12,7% in più rispetto ai volumi del periodo gennaio-ottobre 2020, segnato però da un forte calo delle vendite dovuto alle misure di contenimento della pandemia.
Risultato determinato in parte da un giorno lavorativo in meno (21 giorni contro i 22 di ottobre 2020), anche se - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - hanno pesato la crisi delle materie prime, in particolare la carenza di semiconduttori, che sta generando ritardi di molti mesi nei tempi di produzione e consegna dei veicoli, nonché il ritardo nel rifinanziamento di 100 milioni di euro del Fondo automotive per l’acquisto di veicoli a basse emissioni, divenuto operativo soltanto a partire dal 27 ottobre.
Sulla base di questi numeri, l'associazione dei costruttori esteri di autoveicoli, Unrae, stima una chiusura del 2021 con un volume complessivo non superiore a 1.500.000 unità, ovvero 417.000 auto in meno rispetto al 2019 (-21,7%), anno precedente la pandemia. Inoltre, in assenza di interventi, il 2022 chiuderà di poco al di sopra del 2021, con circa 1.600.000 immatricolazioni.
“Non ci stancheremo di ripetere che gli incentivi per l’Ecobonus debbono essere rifinanziati seguendo una strategia di lungo periodo - sottolinea Michele Crisci, Presidente di Unrae -. Ciò che deve guidare le scelte è una logica basata sulla transizione, sul percorso di decarbonizzazione e sullo svecchiamento del parco circolante. Dobbiamo imparare dai fatti e dall’esperienza, non servono interventi ‘stop & go’”.
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