23 gennaio 2023 08:43
Il consorzio PolieCo prende posizione in merito alla risoluzione del Parlamento europeo che mira a restringere ulteriormente le maglie sull'export di rifiuti plastici dall'Unione europea (leggi articolo).
Per Claudia Salvestrini (nella foto), direttrice del Consorzio per il recupero dei beni in polietilene, la posizione di Strasburgo, più restrittiva di quella originaria della Commissione europea: "lascia ben sperare sul futuro dell’economia circolare". “Sono molto fiduciosa nel cambiamento radicale che questa presa di posizione potrà determinare nel mondo della gestione dei rifiuti, creando le giuste condizioni per la costruzione di una efficace filiera dell’economia circolare”, aggiunge. “Per troppo tempo ci siamo adagiati sulla possibilità di avere come sbocco paesi dove, purtroppo, molte volte non esistono impianti adeguati a trattare rifiuti e le condizioni di tutela ambientale e di sicurezza dei lavoratori sono di estremo degrado. Con il divieto invece, impresa ed istituzioni saranno chiamate a costruire una filiera in grado di garantire la trasformazione del rifiuto in materia prima per la realizzazione di manufatti ecosostenibili”.
Il testo varato al Parlamento, che dovrà essere discusso in Consiglio d'Europa, prevede il divieto di esportare i rifiuti plastici verso i Paesi non Ocse e la graduale eliminazione delle spedizioni verso quelli Ocse entro 4 anni dall'entrata in vigore della nuova legge. Il testo vieta anche la spedizione di rifiuti Ue destinati allo smaltimento verso paesi extra europei “tranne in casi limitati, autorizzati e debitamente giustificati”. Come indicato dalla Commissione, l’esportazione di rifiuti non pericolosi sarebbe consentita verso Paesi non OCSE solo quando questi “diano la loro autorizzazione e dimostrino di essere in grado di gestire tali rifiuti in modo sostenibile”.
La decisione del Parlamento è stata criticata da alcune associazioni di categoria, che vedono nelle restrizioni un limite allo sviluppo dell'economia circolare in Europa. “Non comprendo questa levata di scudi - commenta Salvestrini -: è innegabile che lo sbocco dei paesi extra UE abbia favorito la trasformazione degli imprenditori del settore rifiuti in meri commercianti, con il danno di mancati investimenti e una politica industriale poco lungimirante che oggi ci fa registrare una grave carenza di impianti di riciclo, vero ostacolo per l’economia circolare". "Questa riforma - conclude la direttrice di PolieCo - va vista come un’opportunità e non come un problema visto che dinanzi all’impossibilità di inviare fuori dall’Europa i nostri rifiuti, ci si adopererà per una più celere risposta nella realizzazione degli impianti che mancano. In questo modo verrà favorita l’economia circolare, sarà tutelato l’ambiente e sarà tolto terreno fertile agli ecocriminali che da anni si infiltrano nei traffici illeciti, traendo notevoli vantaggi dalla movimentazione dei rifiuti che fanno il giro del mondo”.
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