19 marzo 2024 08:50
L'associazione tedesca dei produttori di imballaggi in plastica IK (Industrievereinigung Kunststoff Verpackunge) sprona la Commissione UE a far sentire la sua voce sulla bozza di Regolamento imballaggi uscita dal trilogo e approvata la settimana scorsa dal Coreper (leggi articolo).
"Siamo inorriditi dal fatto che il Regolamento sia stato trasformato in una normativa anti-plastica - critica aspramente il direttore dell'associazione, Martin Engelman (nella foto) -. È inaccettabile che la Commissione rimanga in silenzio sulle modifiche apportate. Invitiamo Bruxelles a esprimere le sue preoccupazioni, in particolare sulle barriere commerciali. Dovrebbe anche essere chiaro che il massiccio aumento delle quote di riutilizzabile per gli imballaggi industriali, fino ad arrivare al 100%, non è tecnicamente possibile in molti casi, è ecologicamente insensato ed equivale a un divieto per molti tipi di imballaggi”.
L'invito a un intervento della Commissione in tema di scambi commerciali riguarda, in particolare, la cosiddetta "clausola specchio", che stabilisce che i requisiti ambientali debbano applicarsi al riciclo delle plastiche anche fuori dalla UE e, di riflesso, all’importazione di beni imballati in plastica provenienti da paesi terzi, per poter essere immessi sul mercato interno. Ciò potrebbe innescare contenziosi nel commercio internazionale e, proprio per questa ragione, il commissario Virginijus Sinkevicius non avrebbe ratificato la versione del Regolamento uscita dal trilogo.
IK critica il Regolamento anche sotto l'aspetto prettamente ambientale, in particolare per le norme che esentano gli imballaggi alimentari in carta e cartone rivestiti con coating plastici (purchè questa frazione resti sotto il 5% del peso complessivo del packaging). Questi imballaggi compositi, rispetto a quelli completamente in plastica sono meno riciclabili e, in media, anche il 40% più pesanti, il che avrebbe per l'associazione tedesca un impatto negativo sul consumo energetico. "Il fatto che siano esclusi da molte regolamentazioni porta a sviluppi indesiderati sul mercato e contraddice il principio della parità di trattamento", fa notare Isabell Schmidt, responsabile dell'economia circolare di IK. "In futuro, le catene fast-food potranno servire confezioni monouso rivestite in plastica, mentre gli imballaggi interamente in plastica saranno vietati".
Problemi di libera circolazione delle merci potrebbero verificarsi anche all'interno della UE, come fa notare il gruppo ProFood di Unionplast, a causa della possibilità, lasciata agli stati membri, di mantenere in essere i divieti già previsti da leggi nazionali in tema di confezionamento di ortofrutta, e alla Commissione Europea di aggiungere nuovi divieti in futuro.
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