Nei prossimi giorni, forse già venerdì, la decisione sul futuro dei tre siti italiani.
30 maggio 2011 06:26
Si è tenuto venerdì scorso a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo economico, un incontro tra i vertici del dicastero, i rappresentanti degli enti locali, i sindacati e i tre Commissari straordinari di Vinyls Italia per fare il punto sulle trattative per la cessione degli assets aziendali agli ultimi due pretendenti rimasti in gara: il gruppo croato Dioki e l'italiana Industrie Generali (IGS).
Nel corso della riunione, i Commissari si sono limitati a comunicare che nei prossimi giorni sarà presentata al Ministero “la proposta di chiusura della procedura aperta con il bando di gara, che dovrebbe portare alla cessione degli impianti oggetto dell’offerta giudicata vincente”. In altre parole, i siti di Ravenna e Porto Torres se dovesse prevalere l'offerta croata, oppure il solo sito di Ravenna qualora venisse scelto il piano di Industrie Generali. La decisione dei Commissari potrebbe essere comunicata venerdì 3 giugno, nel corso di una riunione già fissata al Ministero.
“Per i siti eventualmente non ricompresi nell’offerta – si legge in una nota diramata al termine della riunione -, saranno aperti tavoli di confronto finalizzati ad individuare soluzioni occupazionali ed industriali che interessino tutti i lavoratori”. Tavoli a cui parteciperà “il sistema delle imprese, compreso l’ENI per il ruolo importante che continua ad avere nei territori su cui insistono gli impianti della Vinyls”. Inoltre, il Ministero si attiverà presso l’INPS per sollecitare il rapido espletamento delle procedure di pagamento della Cassa Integrazione.
Delusione da parte dei sindacati, che si aspettavano dai Commissari risposte concrete sul futuro degli impianti fermi ormai da troppo tempo. Per il Segretario della Cgil, Vincenzo Scudiere, l'incontro “non è stato ancora risolutivo e lascia aperte tutte le strade”. “Bisogna andare avanti, quindi, ricercando e vagliando tutte le soluzioni, credibili e possibili, per salvaguardare i siti e l’occupazione; in ogni caso l’Eni non può non mantenere una responsabilità diretta nella gestione e nella conclusione di questa vicenda che - conclude Scudiere - riguarda la chimica nazionale e il suo futuro”.
Secondo indiscrezioni, i Commissari avrebbero intentata una causa per risarcimento danni nei confronti di Gita Holding, il fondo svizzero che si è ritirato improvvisamente dalle trattative dopo aver presentato un'offerta di acquisto vincolante. Nel frattempo si cercano soluzioni per pagare gli stipendi arretrati ai lavoratori, attraverso la cessione dei crediti Iva per circa 1,2 milioni di euro e di crediti litigiosi per circa un milioni di euro.
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