12 luglio 2017 07:15
La storia era ormai chiusa da tempo, ma la notizia che tra giovedì 13 e venerdì 14 luglio saranno abbattute le fiaccole dell’ex impianto CVM di Porto Marghera testimonia simbolicamente la fine di una epoca: quella dei grandi complessi petrolchimici che sono state le fondamenta del boom economico e dello sviluppo industriale nel nostro paese. Non della chimica tout-court, che sopravvive nella sua forma più raffinata, ma della chimica di base, non più vitale in un paese dagli alti costi energetici e dagli infiniti tempi burocratici.
Le torri svettano (ancora per poche ore) sul complesso di Porto Marghera: con i loro 150 e 170 metri sono le strutture più alte dell’intero complesso e, dopo il fermo degli impianti Vinyls Italia (prima ancora Ineos, EVC ed ENI, in ordine inverso), si erano trasformate nel simbolo della resistenza operaia ad un mondo che era già cambiato: sulle fiaccole, a più riprese tra il 2009 e il 2013, si erano infatti abbarbicati i lavoratori per protestare contro la chiusura della fabbrica e la mancanza di un futuro occupazionale.
Ora saranno abbattute, a cento anni esatti dalla nascita del polo chimico veneziano: risale infatti al 1917 la costituzione della società anonima Porto industriale di Venezia, anche se i lavori per la costruzione dell’insediamento industriale partirono solo due anni più tardi.
Vagheggiato dai futuristi (uno per tutti, Marinetti di “Contro Venezia passatista”), fortemente contestato dagli ambientalisti, non scevro da colpevoli e inconsapevoli danni all’ambiente e ai lavoratori nel corso della sua lunga vita, il petrolchimico si estende su quasi 3.700 ettari, solcati da strade e canali, con un porto e aree industriali ancora utilizzate, e un futuro da riscrivere. E forse, prima di farlo, occorre proprio che le alte torri che fanno la guardia al castello di ferro e tubi vengano abbattute.
La loro caduta non avverrà in sordina; non saranno smontate, ma fatte brillare: la prima alle 18.30 di giovedì, quando sarà chiuso l’aeroporto e bloccati strade e canali adiacenti agli impianti. Il giorno seguente, alla stessa ora, toccherà alla seconda, stesso programma. In tutto solo una manciata di secondi.
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