26 giugno 2024 10:50
Con poco più di 535.000 tonnellate consumate l'anno scorso in Italia, il mercato del PVC ha toccato il punto più basso degli ultimi 25 anni, persino sotto il livello raggiunto nel 2020 in piena era Covid, quando scese a 590mila tonnellate. Il calo rispetto al 2022 è del -8,5%.
Un trend comune al mercato delle termoplastiche in Italia, che l'anno scorso ha raggiunto anch'esso il suo minimo ventennale con poco più di 5 milioni di tonnellate (leggi articolo).
I dati sul mercato italiano del PVC, elaborati da Plastic Consult, sono stati presentati questa mattina da PVC Forum Italia, l'associazione che rappresenta l'intera filiera.
I volumi di PVC trasformati in Italia lo scorso anno sono suddivisi equamente tra PVC rigido e plastificato, pari rispettivamente a 268.000 e 267.500 tonnellate, con tutti i segmenti sostanzialmente in flessione (vedi grafico per dettagli).
L'edilizia si conferma al primo posto con quasi il 36% dei consumi, seguita dall’imballaggio con il 10,5% e da cavi e materiale elettrico con il 9,5%.
Passando all'export, nel PVC rigido si evidenzia una contrazione del flusso di export pressoché di tutti i principali segmenti, ad eccezione dei tubi in pressione, rimasto stabile. Nel plastificato, il settore più colpito è stato quello del compound.
Da segnalare che, rispetto al passato, anche il mercato del PVC riciclato appare in sofferenza, con una flessione dei consumi a doppia cifra, a causa di un drastico calo della domanda e alla presenza di materiale proveniente da paesi extraUE, venduto con prezzi competitivi anche se spesso di scarsa qualità.
Per quanto concerne il 2024, le stime di Plastic Consult sono all'insegna di un leggero recupero dei consumi, più nel rigido che nel plastificato, grazie a tubi e compounding. Un miglioramento che potrebbe essere confermato nella seconda parte dell'anno, beneficiando degli effetti del piano PNRR e dei recenti dazi antidumping imposti dalla UE sull'import di resina da USA ed Egitto (leggi articolo).
Restano però le sfide legate all'andamento dei consumi finali, alla tenuta del comparto delle costruzioni (soprattutto nel segmento delle ristrutturazioni) e all'aumento delle importazioni di manufatti finiti da paesi low cost europei, con ricadute negative sulla produzione interna. Senza dimenticare il fattore Germania, primo partner commerciale dell’Italia, che mostra un deciso rallentamento della attività produttiva.
Da un'indagine condotta su trasformatori, riciclatori e compounder, non si intravvede una sostanziale ripresa dei consumi di PVC riciclato nel corso dell'anno. La maggior parte dei compoundatori/riciclatori (56%) e dei trasformatori (43%) indica infatti una sostanziale stabilità nei consumi.
Nel medio termine, invece, le stime sono meno conservative: una ripresa dei consumi al 2027 viene espressa dal 25% dei compoundatori/riciclatori e dal 43% dei trasformatori, in ragione delle evoluzioni normative e di una più spiccata sensibilità verso prodotti più 'green'.
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