Con il Decreto Liberalizzazioni il paese di destinazione deve avere una legislazione ambientale compatibile con quella UE.
16 aprile 2012 06:02
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (n. 82 del 6 aprile 2012) entra in vigore la Legge 4 aprile 2012, n. 35, che converte il Decreto legge Liberalizzazioni (DL 9 febbraio 2012 n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo).
Di interesse per il settore del riciclo di materie plastiche è l'articolo 24, che alla lettera "d-bis" pone nuovi vincoli alle spedizioni transfrontaliere dei rifiuti. Si legge infatti: "Le imprese che effettuano il trasporto transfrontaliero di rifiuti, fra i quali quelli da imballaggio, devono allegare per ogni spedizione una dichiarazione dell'autorità del Paese di destinazione dalla quale risulti che nella legislazione nazionale non vi siano norme ambientali meno rigorose di quelle previste dal diritto dell'Unione europea, ivi incluso un sistema di controllo sulle emissioni di gas serra, e che l'operazione di recupero nel Paese di destinazione sia effettuata con modalità equivalenti, dal dal punto di vista ambientale, a quelle previste dalla legislazione in materia di rifiuti del Paese di provenienza".
Norma che dovrebbe limitare il traffico illecito di rifiuti e per questo accolta con favore da Assorimap, l'associazione italiana dei riciclatori di rifiuti in plastica, che segnala però la necessità di fare chiarezza sul significato e la portata della dicitura 'modalità equivalenti': "anche e soprattutto per quel che riguarda le emissioni di gas serra, tema complesso che di fatto opera a nostro avviso una sospensione dell'applicabilità fino a specifica decretazione".
Di diverso avviso le associazioni Assoambiente e Unire, che nelle scorse settimane avevano denunciato un rischio di empasse per il sistema nazionale di raccolta e gestione dei rifiuti: "La disposizione, così come è stata formulata, rischia di ostacolare e, addirittura, bloccare le spedizioni verso alcuni Paesi extraeuropei, nonché di generare contenziosi a livello europeo ed internazionale; tutto ciò compromettendo l’equilibrio del sistema nazionale di raccolta e recupero dei rifiuti, con pesanti ripercussioni per le imprese del settore, sia in termini economici che occupazionali”.
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