mercoledì 27 settembre 2023
L'annuncio dato nei giorni scorsi dal colosso danese dei mattoncini da costruzione, che ha abbandonato il progetto di utilizzare il PET riciclato dalle bottiglie al posto dell'ABS, è senz'altro una buona notizia per chi punta all'economia circolare degli imballaggi.
Dato che le bottiglie sono facilmente recuperabili mediante raccolta differenziata, eco-compattatori o schemi DRS, il loro riutilizzo in closed loop è semplice ed economico da realizzare, oltre che efficiente sotto il profilo ambientale. Togliere questi volumi dal circuito virtuoso bottle-to-bottle per immetterli nei giocattoli - e lo stesso vale per le fibre tessili -, comporta un downcycling del materiale, poiché ripassare dai mattoncini (no food grade) alle bottiglie (food grade) risulta più complesso e oneroso, oltre che poco circolare. Meglio puntare, in questo caso, su ABS circolare o biobased, sfruttando magari il riciclo chimico dei rifiuti plastici che fanno fatica a trovare una seconda vita e sono destinati a discarica o incenerimento.
Con l'introduzione dei nuovi target UE sul riciclo delle bottiglie, previsti dal nuovo regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio, all'industria del beverage verrà chiesto un impegno in termini di circolarità, che dovrebbe essere 'ripagato' attraverso un sostegno, quanto meno per garantire l'idoneo approvvigionamento dell'rPET necessario per ottemperare agli obblighi di riciclo.
Posizione, questa, sostenuta dalle associazioni dell'industria europea delle bevande, che chiedono da tempo una sorta di protezione per il PET utilizzato negli imballaggi. Anche perché, in mancanza di volumi sufficienti di rPET, il prezzo è destinato a lievitare e il materiale ad essere inevitabilmente importato da aree del mondo dove il processo di riciclo è scarsamente verificato e quasi mai tracciato. Con effetti indesiderati su consumatori e ambiente.