Luigi Galdabini assumerà la guida dell'associazione dei costruttori di macchine utensili e robot. Nel 2012 settore in crescita grazie all'export.
27 giugno 2012 05:34
Il settore delle macchine utensili e robot mostra di saper crescere anche in tempi di crisi, tanto che il 2012 potrebbe chiudersi per i costruttori italiani con un incremento del giro d'affari del 4,9%, grazie al formidabile traino delle esportazioni (+12,3%) che stanno più che compensando il deludente andamento del mercato interno, stimato in flessione del 4,2% rispetto allo scorso anno.
E' quanto emerso ieri in occasione della Assemblea annuale di Ucimu - Sistemi per produrre, l'associazione che rappresenta l'industria italiana delle macchine utensili, robot e sistemi di automazione, che ha visto un cambio al vertice: Giancarlo Losma termina infatti il suo mandato, con Luigi Galdabini, della Galdabini Spa, designato alla successione per il biennio 2012-2013.
Nel suo intervento all'Assemblea, Losma ha commentato positivamente le misure varate dal governo per ammodernare e rendere più competitivo il paese, ma ha sottolineato la necessità di interventi specifici per rilanciare il consumo interno di macchine utensili, quali ammortamenti liberi, detrazione dal reddito imponibile pari al 50% del valore degli investimenti effettuati in nuovi macchinari, abbattimento dell’IRAP sul lavoro. "Mentre le piccole imprese del settore orientate al mercato interno rischiano il collasso - ha rocordato il presidente uscente di Ucimu -, il sistema manifatturiero italiano deve temere l’arretramento irreversibile della sua capacita? produttiva; il mancato aggiornamento degli impianti nel nostro paese coincide, infatti, con la forte spinta allo sviluppo messa in campo dalle economie emergenti".
L'industria italiana di settore occupa la quarta posizione tra i produttori mondiali e la terza tra gli esportatori, con un valore della produzione, nel 2011, di 4,76 miliardi di euro (+13,5%) e un export di 3,62 miliardi (+25%); le vendite sul mercato interno sono invece ferme a 1,5 miliardi di euro (-5,7%), a fronte di una domanda di 2,55 miliardi (+3,4%). Restando alle sole esportazioni, la Cina si conferma primo mercato di destinazione del made in Italy di settore, seguita da Germania, Stati Uniti, Francia, Brasile e Russia.
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