Bellco resterà a Mirandola, con l'obiettivo di riprendere la produzione in agosto: già al lavoro 236 dipendenti su 361.
27 giugno 2012 06:38
Una delle principali industrie del distretto biomedicale emiliano, Bellco, ha annunciato ieri che non abbandonerà Mirandola, tra le cittadine più colpite dal terremoto del 29 maggio scorso, riaffermando così il suo impegno sul territorio. Una buona notizia che speriamo contagi le altre aziende presenti nell'area, alcune delle quali gravemente danneggiate dal sisma.
“Abbiamo preso la decisione di restare nel distretto, seppure a fronte di un’operazione complessa e onerosa, perché questo renderà possibile non solo la ripresa a pieno ritmo in tempi molto brevi, ma anche il mantenimento del patrimonio, che non può essere disperso, rappresentato dalla nostra manodopera qualificata, dall’occupazione e dal know how del territorio di Mirandola - spiega il Presidente Antonio Leone -. Ne siamo orgogliosi, visto che Bellco deve la sua storia a questo territorio. Continueremo a guardare al futuro da qui.”
La società ha fissato le tempistiche della ricostruzione, definendo l’agenda per la ripresa a breve delle attività produttive: l’obiettivo è tornare a costruire apparecchiature medicali entro il mese di agosto, riavviare a pieno regime le camere bianche e la produzione degli emodializzatori entro settembre, insieme con la produzione del materiale dedicato alle terapie avanzate per i pazienti cronici e acuti.
Nel frattempo sono già state riavviate le forniture dei prodotti ai clienti, utilizzando come base logistica un nuovo magazzino, e ripristinate le attività di ricerca e sviluppo, regolamentari, controllo qualità e gli uffici amministrativi. Sono così tornati al lavoro 236 addetti su un totale di 361, con la speranza che i 125 lavoratori restanti possano rientrare in fabbrica fra agosto e settembre.
Una task force permanente, costituita in azienda e fortemente supportata dagli azionisti, ha assicurato con grande tempestività il ripristino delle forniture strettamente indispensabili al trattamento dei pazienti in dialisi e in terapia intensiva, grazie all’utilizzo degli stabilimenti del Gruppo, nonché alla preziosa collaborazione dei fornitori e delle altre aziende del settore - spiega l'azienda modenese in una nota -. Facendo affidamento sulla disponibilità del personale Bellco, che ha lavorato giorno e notte, sette giorni su sette, l’azienda ha infatti garantito che tutti i centri e i pazienti in Italia e negli altri Paesi europei potessero contare sui trattamenti richiesti.
Fondata nel 1972, Bellco è fra i primi 5 operatori mondiali e fra i primi 3 in Italia attivi nei sistemi per emodialisi e della depurazione extra-corporea del sangue. Il gruppo modenese ha chiuso l'esercizio 2011 con ricavi consolidati superiori a 108 milioni di euro e un Ebitda di circa 17 milioni. Il 54% dei ricavi è realizzato all’estero, dove opera attraverso 4 filiali dirette in Canada, Francia, Spagna, Belgio e Olanda e una rete di agenti e distributori negli altri mercati.
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