Nel 2013 gli investimenti R&D sono ammontati a 1,8 miliardi di euro. Sviluppi nelle nanotecnologie.
28 maggio 2014 05:37
BASF conferma la sua leadership nella ricerca in campo chimico: l’anno scorso ha speso in R&D 1,8 miliardi di euro, un volume superiore all’anno precedente, quando gli investimenti si erano fermati a 1,7 miliardi. Le attività R&D coinvolgono oltre 10mila addetti al lavoro su tremila progetti di ricerca. Seicento le Università, i centri di ricerca e le aziende coinvolti in progetti di ricerca congiunti.
Sono questi alcuni numeri snocciolati ieri da Andreas Kreimeyer, membro del board del gruppo chimico tedesco e direttore esecutivo Research, in occasione della conferenza stampa indetta per presentare gli ultimi sviluppi nelle nanotecnologie.
La ricerca non è fine a se stessa, ma viene trasferita in nuovi prodotti: quelli introdotti negli ultimi cinque anni, nel 2013 hanno originato un giro d’affari di 8 miliardi di euro, e solo l’anno scorso sono stati presentate sul mercato da BASF 300 novità. Milletrecento i brevetti registrati nel 2013, per un totale di 151mila in portafoglio a livello mondiale.
L’Europa resta il centro della ricerca BASF, ma il suo peso è destinato a scendere progressivamente: entro il 2020, la metà delle attività R&D del gruppo si troveranno infatti fuori dal vecchio continente, contro il 28% attuale.
Sul fronte delle nanotecnologie, il gruppo tedesco sta lavorando su molti fronti: uno di questi riguarda i materiali nanoporosi, dove è stato messo a punto Slentite, un pannello aerogel in poliuretano che offre le stesse proprietà isolanti di un materiale tradizionale in metà dello spessore. Questo grazie a micropori di diametro compreso tra 50 e 100 nanometri che intrappolano le molecole d’aria, consentendo di raggiungere elevate proprietà coibenti con ridotto peso e volume.
Altri filoni di ricerca riguardano la microincaplsulazione di principi attivi e l’utilizzo del grafene per lo sviluppo di compositi destinati ad applicazioni elettroniche come schermi OLED e batterie, oltre che nella catalisi. Nei laboratori BASF si studia anche la formulazione di pigmenti con migliorata dispersione, non dimenticando la sicurezza nella manipolazione e uso di questi materiali su scala nanometrica, oggetto di 150 progetti di ricerca tossicologici e ambientali.
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