Migliora l’equilibrio finanziario grazie ai minori costi e alla crescente vocazione all’export.
13 febbraio 2015 06:36
L’Unione degli industriali di Varese ha presentato ieri i risultati di un’indagine condotta insieme a UBI - Banca Popolare di Bergamo su un campione rappresentativo delle 560 imprese del settore gomma-plastica che operano nella provincia.
Risultati che indicano un progressivo ritorno della marginalità, con un miglioramento dell’equilibrio finanziario e patrimoniale, che nei prossimi anni sarà favorito dalla flessione dei costi delle materie prime, dell’energia e dall’espansione sui mercati esteri.
Partendo da quest’ultimo aspetto, dallo studio emerge come, nel triennio 2014-2016, le imprese varesine del settore plastico che hanno in programma un’espansione dell’export sono l’85,1% del totale, contro una media nazionale del 61,7%. Nella provincia di Varese, nei primi nove mesi dell’anno scorso le esportazioni di materie plastiche e prodotti in gomma hanno raggiunto 610 milioni di euro, in crescita dell’+1,7% sullo stesso periodo 2013.
Per quanto riguarda la profittabilità delle imprese, lo studio esamina quattro segmenti: stampaggio, soffiaggio ed estrusione, masterbatches e compound (“granuli”), altre attività.
Nello stampaggio, il margine di profitto medio dovrebbe passare dal 3,23% medio del 2014 al 4,13% nel 2017, con un Ritorno del Capitale (ROI) che salirà dal 5,93% allo 8,08%.
Per il comparto soffiaggio ed estrusione, il margine di profitto potrebbe salire da 4,3% al 5,48% nell’arco dei prossimi tre anni, con un ROI che passerà dall’8,39% all’11,31%. Margini in crescita anche per il comparto granuli, dal 2,17% al 2,82% e un ROI che crescerà dal 6,18% all’8,59% atteso per il 2017. Infine, il comparto residuale, che comprende soprattutto imprese commerciali: in questo caso il margine di profitto salirà dal 2,58% del 2014, fino al 4,92% del 2017, con un ROI che, nello stesso arco di tempo, passerà dal 3,59% al 7,51%.
“Per le imprese varesine delle lavorazioni plastiche siamo alla vigilia di una svolta – ha commentato Pio De Gregorio, capo dell'ufficio di Business Analysis di UBI Banca – perché il forte calo del costo sia delle materie prime che dell'energia sta consentendo di aumentare il margine di profitto, nonostante le pressioni competitive restino molto alte". “Secondo i nostri calcoli - ha detto De Gregorio -, l’aumento del margine di profitto dovrebbe essere tale da consentire alle imprese esaminate di tornare a creare valore e ciò, a sua volta, dovrebbe avere l’effetto di incoraggiare le imprese a valutare nuovamente con interesse le strategie di crescita, sia mediante nuovi investimenti, sia tramite acquisizioni, comunque nell’ottica di potenziare la competitività a livello internazionale’.
“Da qualche mese si respira un’aria diversa - conferma il Presidente del Gruppo merceologico “Gomma e Materie Plastiche” dell’Unione Industriale varesina, Giovanni Orsi Mazzucchelli (foto a destra) -. Il settore a Varese, dopo i primi segnali positivi di questa estate, ha visto, nell'ultimo trimestre del 2014, una stabilizzazione dei livelli di produzione. Il 61% delle imprese, sondate dal nostro Ufficio Studi durante l'ultima indagine congiunturale, ha registrato livelli produttivi in linea con quelli di fine settembre, il 27% ha segnalato una crescita, mentre solo il 12% ha chiuso con un segno meno. E per i primi mesi del 2015 le imprese che si aspettano un miglioramento sono l'88%”.
Per quanto concerne lo scenario futuro, i ricercatori prevedono, da un lato, una crescita modesta del fatturato, ma dall’altro anticipano un significativo miglioramento dei margini di profitto grazie al forte calo sia del costo delle materie prime che dell’energia. Un calo non episodico, ma duraturo, che dovrebbe originare condizioni di costo strutturalmente più favorevoli e, di riflesso, margini di profitto stabilmente più elevati rispetto a quelli degli ultimi anni.
In sintesi - conclude lo studio - per le imprese varesine della lavorazione delle materie plastiche potrebbe iniziare presto una nuova fase di sviluppo dopo anni in cui l’obbiettivo primario è stato soltanto quello di non cadere nel vortice della recessione dell’economia nazionale.
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