14 gennaio 2016 07:26
La Commissione europea ha bocciato il regime fiscale belga sugli utili in eccesso e ha imposto che le 35 multinazionali che hanno beneficiato in questi anni degli aiuti di stato restituiscano all’erario circa 700 milioni di euro di imposte dovute e non versate.
Secondo alcune indiscrezioni, tra i gruppi coinvolti ci sarebbero anche BASF, presente nel paese con il polo petrolchimico di Anversa, che dovrà restituire 200 milioni di euro, e la compagnia petrolifera BP.
“Il Belgio ha concesso ad alcune multinazionali significativi vantaggi fiscali che violano le norme UE sugli aiuti di Stato e alterano la concorrenza basata sui meriti, ponendo i concorrenti più piccoli che non fanno parte di un gruppo multinazionale in una situazione di disparità”, ha spiegato Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza.
SCONTI TRA IL 50 E IL 90 PERCENTO. Secondo la Commissione, il regime agevolato, in vigore dal 2005, ha ridotto la base imponibile delle società di una percentuale compresa tra il 50% e il 90%, scontando i cosiddetti utili in eccesso che deriverebbero dall’essere parte di un gruppo multinazionale. Dall’indagine approfondita della Commissione, iniziata nel febbraio 2015, è emerso che il regime derogava dalla normale prassi prevista dalla normativa belga sulla tassazione societaria e dal cosiddetto "principio di libera concorrenza". E questo è illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato.
COME FUNZIONA. Gli utili effettivi registrati da una multinazionale sono comparati agli utili medi ipotetici che una società singola avrebbe realizzato in una situazione analoga. La diffrenza è ritenuta utile in eccesso dalle autorità fiscali belghe e la base imponibile della multinazionale viene proporzionalmente ridotta. Il regime si basa sulla premessa che le società multinazionali realizzino utili in eccesso in virtù della loro appartenenza a un gruppo multinazionale, vale a dire in ragione delle sinergie, delle economie di scala, della reputazione, delle reti di clienti e fornitori e dell'accesso a nuovi mercati. In pratica, gli utili effettivi registrati dalle società coinvolte venivano di norma ridotti di oltre il 50% e in alcuni casi fino al 90%.
PER LA UE NON È DOPPIA IMPOSIZIONE. I vantaggi fiscali selettivi del regime non possono nemmeno essere giustificati dalla motivazione avanzata dal Belgio, secondo cui le riduzioni sono necessarie per evitare una doppia imposizione - spiega in una nota la Commissione -. Gli adeguamenti infatti sono stati effettuati unilateralmente dal Belgio, vale a dire che non coincidevano con una richiesta da parte di un altro paese di tassare gli stessi utili. Il regime non impone alle società di dimostrare una situazione o nemmeno il rischio di una doppia imposizione. In realtà, esso si è tradotto in una doppia non imposizione.
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