21 marzo 2016 07:16
Due ricercatori della Stanford University, Aanindeeta Banerjee e Matthew Kanan (nella foto), hanno pubblicato sull'edizione online della rivista scientifica Nature i risultati degli studi sulla sintesi di acido 2,5-furandicarbossilico (FDCA) da anidride carbonica e biomasse non destinate a consumo alimentari, come rifiuti e scarti di processo.
Dall’FDCA e dal glicole etilenico si ricava polietilen-furanoato (PEF) una bioplastica con proprietà simili - e talvolta superiori - al PET normalmente impiegato per bottiglie e altri imballaggi.
Invece di utilizzare zuccheri (fruttosio) o furfurolo, i ricercatori dell’Università californinano hanno deciso di partire da carbonati ottenuti da CO2, combinati con acido furoico, un derivato del furfurolo. Questa miscela è stata poi riscaldata a 200°C ottenendo un sale fuso, dal quale si è ricavato acido 2,5-furandicarbossilico con una resa intorno all’89%.
La CO2, gas climalterante, può essere ottenuta da attività industriali, agricole, centrali energetiche, discariche o impianti di trattamento acque.
Per ora il processo è stato testato solo in laboratorio. Occorre valutare se la tecnologia è scalabile a livello industriale e quantificare l’impronta al carbonio dell’intero processo.
Articolo integrale consultabile su Nature: “Carbon dioxide utilization via carbonate-promoted C–H carboxylation”
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