17 ottobre 2016 13:15
Giornata nera, quella di lunedì, per il gruppo chimico BASF che ha dovuto registrare due incidenti in altrettanti siti tedeschi, con vittime tra i lavoratori e i vigili del fuoco intervenuti sul posto. Alle 8.30 l’esplosione di un filtro presso l’impianto di Lampertheim, in Assia, dove la società produce additivi per materie plastiche, ha provocato il ferimento di quattro lavoratori, fortunatamente in modo non grave.
È invece costato due morti (entrambi appartenenti al presidio antincendio), otto feriti gravi e diciasette lievi (ma un lavoratore è ancora di disperso), il secondo incidente, avvenuto alle 11.30 nell’area nord del porto fluviale di Ludwigshafen, dove le grandi chiatte che solcano il Reno scaricano nafta e gas infiammabili utilizzati anche dai due grandi steam cracker da oltre 600mila tonnellate annue che con etilene e propilene alimentano gli impianti a valle.
L’esplosione di un condotto che collega il terminal di scarico agli impianti di stoccaggio, per cause non ancora chiarite, ha innescato un incendio che i vigili del fuoco intervenuti in forze hanno domato solo in tarda serata. Sono stati interessati dalle fiamme anche condutture che trasportavano etilene e propilene.
La nube che si è alzata in cielo ha coperto una vasta area, obbligando le autorità ad emettere una allerta agli abitanti, invitati a restare nelle loro case con le finestre chiuse e gli impianti di ventilazione fermi. Allarme poi esteso anche anche ai sobborghi di Mannheim, cittadina che si trova sull’altra sponda del fiume Reno, per un totale di oltre 13mila persone. Dalle prime analisi, la nube pare non trasportare sostanze pericolose.
La polizia al momento esclude l’attentato terroristico per entrambe le esplosioni, accreditando l’ipotesi dell'incidente. Le indagini sono in corso, con il pieno supporto del gruppo tedesco.
Per ragioni di sicurezza, BASF ha fermato i due cracker e altri venti impianti produttivi a valle sono chiusi o funzionano in modo parziale; blocco che avrà ripercussioni con effetto domino non solo sulle unità produttive in funzione a Ludwigshafen, ma anche sull’intera chimica tedesca, che partendo dagli intermedi sintetizzati a Ludwigshafen produce specialità. Il sito tedesco, che si estende su un area di oltre 10 km quadrati, è infatti il più grande polo chimico a livello mondiale.
L’entità del danno, sotto il profilo industriale e finanziario, dipenderà da quanto tempo sarà necessario per far ripartire i cracker, che si alimentano con nafta e gas. Per ora l’azienda non si sbilancia.
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