28 ottobre 2016 08:57
Il gruppo chimico tedesco BASF chiude il terzo trimestre dell’anno con ricavi a 14 miliardi di euro, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (17,4 miliardi), ma il 18% di questa flessione (pari a 2,9 miliardi) è imputabile alla cessione delle attività nel commercio del gas a Gazprom, completata nel settembre dell’anno scorso.
Alla caduta dei ricavi ha contribuito anche la contrazione dei prezzi medi (-5%), trascinati giù dai minori costi delle materie prime, mentre i volumi hanno mostrato un incremento del 5%, grazie soprattutto al contributo positivo delle divisione Functional Materials & Solutions e Chemicals.
I profitti operativi netti (Ebit) prima delle poste straordinarie sono scesi nel terzo trimestre di 87 milioni a 1,5 miliardi di euro - risultato imputabile alle attività Oil&gas -, mentre gli utili netti sono calati da 1.200 a 888 milioni di dollari.
“La domanda dell’industria automobilistica e delle costruzioni, in particolare, è rimasta robusta in tutto il mondo - ha commentato Hans-Ulrich Engel, Chief Financial Officer di BASF SE (foto a sinistra)-. In Europa, abbiamo registrato una moderata crescita in tutti i settori e l’effetto della pausa estiva, nei mesi di luglio e agosto, è stato meno pronunciato rispetto agli anni precedenti”. In Asia - ha quindi aggiunto il CFO di BASF -, la tendenza al rialzo è proseguita nel terzo trimestre, con la Cina andata meglio del previsto. La crescita in Nord America si è rivelata modesta, pur con andamenti positivi nell’auto e nelle costruzioni. Debole la domanda in Sud America, con vendite BASF in declino in Brasile, il principale mercato della regione.
Nella divisione Functional Materials & Solutions, i volumi sono aumentati dell’8%, con incrementi superiori nell’auto. Il basso livello dei prezzi (-3%), effetti valutari negativi (-1%) e il disinvestimento delle attività nei catalizzatori per poliolefine (-1%) hanno rallentato la progressione delle vendite, cresciute del 3% a 4,7 miliardi di euro nel trimestre, mentre l’incremento dei volumi e la riduzione dei costi fissi hanno comportato un incremento dell’Ebit, passato da 126 a 497 milioni di euro.
Per quanto concerne l’intero anno, nonostante l’incidente avvenuto il 17 ottobre scorso nel sito di Ludwigshafen (leggi articolo), che impatterà negativamente sui risultati (nonostante i cracker e gli impianti siano già ripartiti), il gruppo tedesco non ha modificato l’outlook di metà anno, che prevede una significativa flessione delle vendite e margini netti leggermente inferiori rispetto ai livelli 2015.
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