11 novembre 2016 07:30
Il recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) è responsabilità dei produttori, che si sono consorziati per gestire in modo efficiente le fase del recupero, trattamento e riciclo delle materie prime.
Le maggiori criticità - sostiene uno di questi consorzi, Assoraee di Fise Unire - si concentrano sull’anello finale della filiera di gestione del rifiuto, ovvero sugli impianti di trattamento che ricevono i rifiuti dai Sistemi collettivi costituiti dai produttori.
PREZZI IN DISCESA. Secondo Assoraee, il valore delle materie prime seconde (ferro, rame, alluminio, plastica e altri) è sceso negli ultimi anni comprimendo di conseguenza i ricavi dei riciclatori. “Ciò ci mette di fronte ad una verità incontrovertibile: l’economia circolare non può essere lasciata esclusivamente ai meccanismi del mercato, ma ha bisogno di essere accompagnata da meccanismi e misure appropriate che ne consentano l’affermazione e lo sviluppo”, nota il Presidente di Assoraee Giuseppe Piardi.
INDICE SUL COSTO DELLE PLASTICHE. In altre parole, il corrispettivo che gli impianti di recupero ricevono per il servizio di trattamento dei rifiuti dovrebbe tener conto delle quotazioni correnti sul mercato dei materiali trattati, in calo in questi ultimi anni e comunque soggette a continue oscillazioni. Va in questo senso l’accordo sul trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, sottoscritto dal Centro di Coordinamento RAEE e dalle principali associazioni delle aziende di trattamento, che introduce un indice con riferimento alle quotazioni sul mercato delle materie plastiche ottenute dal trattamento dei RAEE; indice che attualmente è in corso di definizione e che dovrebbe essere applicato ai prezzi del servizio nell’ambito dei contratti dei Sistemi collettivi con i riciclatori.
LONTANI DAI TARGET. L’anno scorso sono state raccolte nel nostro paese 249.254 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, con un aumento di circa l’8% rispetto all’anno precedente, che non ha però consentito di raggiungere l’obiettivo indicato dal D.Lgs. 49/2014, ovvero il 45% di raccolta sull’immesso al consumo al 2016, rendendo assai difficile raggiungere l’ancor più ambizioso target del 65% fissato al 2019. Tradotto nel dato procapite, la raccolta nel 2015 ha superato di poco i 4 kg per abitante l’anno, rimanendo ancora molto lontana dall’obiettivo di circa 7,5 kg/ab fissato per il 1° gennaio 2016 e dai 10 kg previsti per il 2019.
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