14 marzo 2017 15:17
Il Parlamento europeo ha votato oggi, martedì 14 marzo, le risoluzioni presentate nella relazione Bonafé di modifica di quattro direttive UE sui rifiuti, trasformando in modo più vincolante le proposte sottoposte dalla Commissione europea.
In sintesi, secondo il testo approvato oggi a Strasburgo, la quota di rifiuti domestici da riciclare in ogni paese membro dovrà salire dall’attuale 44% al 70% entro il 2030, per i rifiuti da imballaggio la soglia è fissata all’80% (con obiettivi intermedi nel 2025 per ogni materiale, nel caso della plastica il 60%), non si potrà avviare a discarica più del 5% dei rifiuti solidi urbani e si punta a ridurre i rifiuti alimentari e quelli marini del 50% entro il 2030, con una tappa intermedia del 30% entro il 2025.
Il testo votato dal parlamento dovrà ora essere discusso con il Consiglio dei ministri UE, che non ha ancora espresso la propria posizione.
Il testo originale elaborato dalla Commissione europea indicava un obiettivo di riciclo dei rifiuti urbani del 65% entro il 2030 e un limite allo smaltimento in discarica del 10%. Il testo votato dal Parlamento prevede però, per quanto concerne i limiti alle discariche, una proroga di cinque anni, a determinate condizioni, per gli Stati membri che, nel 2013, hanno collocato in discarica più del 65% dei loro rifiuti urbani.
"Oggi, il Parlamento ha dimostrato a larghissima maggioranza che crede nella transizione verso un'economia circolare. Abbiamo deciso di ripristinare obiettivi ambiziosi per il riciclaggio e la discarica, in linea con quanto la Commissione aveva inizialmente proposto nel 2014”, ha commentato la relatrice del documento, l’Europarlamentare italiana Simona Bonafè (nella foto).
Per dare un'idea del cammino da percorrere, basti pensare che oggi in Europa il riciclo dei rifiuti urbani sfiora il 44%, non lontano dall’obiettivo comunitario del 50% da raggiungere entro il 2020, ma in una decina di paesi non si supera il 20%. Per quanto concerne i rifiuti da imballaggio, la situazione è migliore, circa il 65% viene recuperato a livello comunitario, con risultati diversi a seconda del materiale: dall’82% del vetro al 40% delle confezioni in plastica. L'Italia è in una situazione intermedia, potendo vantare un riciclo di rifiutida imballaggio intorno al 67%.
Nel testo votato a Strasburgo c’è anche un emendamento alla direttiva su imballaggi e rifiuti da imballaggi che sprona gli stati membri a incoraggiare, ove vantaggioso a livello ambientale in una prospettiva basata sul ciclo di vita, l’utilizzo di materiali biobased per la produzione di imballaggi e migliorare le condizioni di mercato per questi materiali ed i relativi prodotti, posizione accolta con favore dall’associazione European Bioplastics. Inoltre, nell’ambito della direttiva quadro sui rifiuti è stata inserita una definizione più allargata di riciclo che comprende anche quello organico.
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