26 maggio 2017 08:00
Molti pensano che i rifiuti plastici siano cheap, non abbiano alcun valore, ma non è così. Per le aziende che operano nella filiera del riciclo sono materie prime e anche onerose, secondo Assorimap, l’associazione nazionale dei riciclatori di materie plastiche. Tanto da rendere le nostre aziende poco competitive sul mercato europeo.
“Una bottiglia in PET, oppure un flacone in polietilene ad alta densità proveniente dalla raccolta differenziata italiana ha un prezzo a volte anche doppio rispetto ad analoghi prodotti acquistati in altri paesi europei dove operano diversi sistemi di allocazione/assegnazione - fa sapere l’associazione -. Così, per uno stesso lotto di bottiglie, il riciclatore europeo oggi paga in media 250 euro a tonnellata, mentre un’azienda italiana deve sborsare 450 euro”.
Sotto accusa è anche il sistema di cessione dei rifiuti adottato dal sistema Conai, ritenuto troppo aperto ai riciclatori stranieri, che finirebbero per beneficiarne a danno di quelli italiani. “Il contributo ambientale Conai (CAC), pagato prima dal produttore ed infine dal consumatore italiano per alimentare il sistema di raccolte differenziate e di riciclo nazionale, finisce col creare beneficio per economie non italiane, impoverendo allo stesso tempo la filiera nazionale del riciclo della plastica, che di quel contributo dovrebbe essere il terminale - afferma Assorimap -. Nonostante la significativa ed importante valorizzazione dei materiali con la trasformazione da rifiuto a risorsa, il Sistema registra una crescente acquisizione degli stessi materiali da parte di operatori esteri, che traggono quindi vantaggio proprio dal nostro sistema ‘particolarmente’ aperto, a danno delle imprese italiane del riciclo”.
Così, pur ritenendo il modello consortile italiano virtuoso e anticipatore rispetto ai principi UE in tema di economia circolare, Assorimap ritiene necessario rivederlo e correggerlo in alcune sue parti prima che sia troppo tardi, “per ridare forza al comparto industriale senza cui è impossibile chiudere l’anello della circular economy negli imballaggi in plastica”.
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