14 settembre 2017 08:09
Muro contro muro tra Federazione Gomma Plastica (FGP) e sindacati dei lavoratori chimici in tema di verifica degli scostamenti inflattivi previsti dall’art. 70 del Contratto di lavoro.
Nell’incontro tenutosi ieri a Roma - secondo quanto riportano in una nota congiunta Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil - Federazione Gomma Plastica avrebbe dichiarato di “non avere il mandato per discutere di qualsiasi soluzione possibile, nè per proseguire il confronto, considerando dunque chiusa la fase di verifica prevista dal contratto”. Posizione contestata dai rappresentanti dei lavoratori sia per il rifiuto di discutere nel merito del problema, sia per l’indisponibilità a proseguire il confronto tra le parti.
“Questo rifiuto – affermano i Segretari nazionali dei tre sindacati – rischia di mettere in discussione un quadro di relazioni industriali fin qui positivo e di avere ripercussioni anche a livello aziendale in tutto il settore. Desideriamo quindi – hanno aggiunto – che il confronto vada avanti per trovare una soluzione condivisa”.
La contesa riguarda la differenza, a favore delle imprese, tra l’inflazione prevista a livello di rinnovo contrattuale e quella reale rilevata dall’Istat per l’anno 2016, pari ad un punto percentuale. Prima dell’estate, i sindacati avevano proposto di trasferire la differenza economica (19,06 euro in media) in un un elemento distintivo del reddito (EDR) da erogare a tutti i lavoratori, defalcandola dalla tranche del 1° gennaio 2018. Soluzione accettata da Federchimica, ma non dalla Federazione dei trasformatori di materie plastiche e gomma.
“La posizione di FGP è sbagliata - commenta a caldo Marco Falcinelli, segretario nazionale di Filctem Cgil -. Nel contratto non ci sono automatismi, ed è necessaria una verifica e un accordo. Sarebbe utile in questa fase, e in generale sempre, usare il buon senso e fare riferimento al quadro di relazioni sindacali del settore”. “Temiamo invece – ha concluso Falcinelli - che la posizione della Federazione Gomma Plastica sia più che altro condizionata dalle pressioni di Confindustria, che punta ad un modello che destruttura il contratto nazionale, con la gravissima conseguenza di destabilizzare il settore e le relazioni industriali”.
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