27 febbraio 2018 12:41
Anche grazie ad un quarto trimestre soddisfacente, il gruppo chimico BASF ha chiuso l’esercizio 2017 con risultati in crescita su tutti i fronti, come per altro preannunciato all’inizio dell’anno: le vendite sono infatti salite del +12% da 57,5 a 64,5 miliardi di euro, grazie al positivo contributo di volumi e prezzi, i margini operativi lordi (Ebitda) sono passati da 10,5 a 12,7 miliardi (+21%), mentre l’Ebit prima delle poste straordinarie si è attestato a 8,32 miliardi, contro i 6,3 miliardi dell’esercizio 2016, con un incremento di oltre il 30%.
“L’anno scorso abbiamo riscontrato una crescita significativa e abbiamo ulteriormente migliorato la nostra redditività - ha commentato il CEO uscente Kurt Bock in occasione della presentazione dei risultati 2017 -. Inoltre, abbiamo posto le basi per lo sviluppo della nostra società, sia in termini di persone che di strategia”.
La divisione Functional Materials & Solutions, che concentra tecnopolimeri e sistemi poliuretanici, ha chiuso l’anno con vendite pari a 20,7 miliardi di euro, contro i 18,7 miliardi dell’esercizio precedente (+11); in particolare, le attività Performance Materials hanno totalizzato 7,7 miliardi di euro, in progressione del 12%. Trend negativo per i margini dell’intera divisione, sia per quanto concerne l’Ebitda (-23%), che l’Ebit prima delle poste speciali (-17%), pari rispettivamente a 2,2 e 1,5 miliardi di euro.
Per quanto riguarda gli sviluppi in corso nel portafoglio prodotti, BASF dovrebbe completare quest’anno l’acquisizione dei tecnopolimeri a base nylon di Solvay, secondo un accordo siglato lo scorso settembre (leggi articolo). Si tratta 12 impianti produttivi, quattro centri R&D e dieci centri di assistenza tecnica, con 2.400 addetti, dei quali 1.300 in Francia, per vendite nette che nel 2016 hanno toccato 1,31 miliardi di euro.
Confermato anche lo scorporo delle attività oil&gas, conferite alla joint-venture Wintershall DEA creata con LetterOne, che diventerà così una delle principali compagnie europee indipendenti nell’esplorazione e produzione petrolifera. Infine, BASF rileverà quest’anno le attività nell’agrochimica di Bayer, facendo il suo ingresso nel mercato delle sementi.
Per quanto concerne l’outlook 2018, BASF si attende uno sviluppo dello scenario economico simile a quello dell’anno scorso, con una crescita in tutte le principali regioni (+3%) e il consolidamento della ripresa in Brasile e Russia, pur in condizioni di volatilità dei prezzi. La produzione chimica dovrebbe crescere del 3,4%, il tasso di cambio è previsto a 1,20 dollari per un euro, mentre le quotazioni del petrolio (Brent) dovrebbero salire a 65 dollari al barile, contro una media di 54 dollari nel 2017.
“In questo scenario - ha commentato Bock (nella foto) - nel corso del 2018 vogliamo continuare ad incrementare la reddittività e ottenere un leggero miglioramento delle vendite e dell’Ebit. L’aumento delle vendite dovrebbe derivare principalmente da una crescita dei volumi, quello degli utili sarà principalmente determinato dai contributi significativi dei segmenti Performance Products, Functional Materials & Solutions ed Oil & Gas”.
Per Bock quella di oggi è stata l'ultima presentazione dei risultati finanziari annuali come CEO: il suo posto, infatti, sarà preso il prossimo 4 maggio, in occasione dell’Assemblea degli azionisti, da Martin Brudermueller, come annunciato con largo anticipo dalla società (leggi articolo).
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