13 aprile 2018 16:22
L’ipotesi di una tassa generalizzata sui manufatti in plastica, alla quale la Comissione sta pensando per risollevare le finanze dell’Unione europea dopo l’uscita del Regno Unito dalla UE, non piace ai produttori di materie plastiche riuniti nella federazione PlasticsEurope, che sottolineano i rischi per uno dei punti chiave dell’economia circolare: l’efficienza nello sfruttamento delle risorse. per altro senza apportare benefici in termini di una più efficiente gestione dei rifiuti.
“Le plastiche sono uno dei materiali più efficienti in termini di utilizzo delle risorse nell’intero ciclo di vita: proteggono le risorse naturali, aiutano a risparmiare energia e limitano le emissioni di gas serra - sostiene Karl-H. Foerster, direttore di PlasticsEurope -. Una tassa sulle materie plastiche pregiudicherebbe questi contributi positivi e ostacolerebbe l’innovazione nel settore”.
Foerster cita a sostegno della sua tesi l’edilizia, che assorbe circa il 40% del fabbisogno energetico e concorre per la stessa quota alle emissioni di gas serra in ambito comunitario: " Migliorare l’efficienza energetica degli edifici nuovi e di quelli esistenti è la chiave per affrontare il cambiamento climatico e risparmiare risorse. In concreto, andrebbero puniti con un’imposta i cittadini europei che installano serramenti isolanti in materiale plastico capaci di ridurre fino all’80% i consumi energetici?” domanda in tono retorico il direttore di PlasticsEurope.
L’associazione dei produttori di materie plastiche ritiene che una tassa sulla plastica sia discriminatoria e che non possa generare effetti positivi senza provocarne di negativi: “Se la tassa è troppo bassa, il contributo alle finanze pubbliche non giustifica i costi amministrativi e finanziari aggiuntivi - afferma Foerster -. Viceversa, se fosse troppo alta, potrebbe avere un forte impatto negativo sulla propensione delle aziende ad investire nell’Unione europea, anche per sviluppare soluzioni innovative che rendano questi materiali più circolari ed efficienti nell’uso delle risorse”.
PlasticsEurope ritiene che vi siano altre strade per razionalizzare il bilancio della UE, ridurre la produzione di rifiuti e favorire il riciclo, senza mettere a repentaglio la competitività del settore, penalizzare l’innovazione e l’uso efficiente delle risorse. “Ad esempio favorendo lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclo, approntando adeguate infrastrutture per la gestione dei rifiuti e promuovendo comportamenti responsabili tra i consumatori”.
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