24 dicembre 2018 07:10
Il Consiglio europeo ha prorogato di sei mesi, fino al 31 luglio 2019, le sanzioni economiche che colpiscono alcuni settori specifici dell'economia russa. La decisione è una risposta alla mancata attuazione degli accordi di Minsk.
Introdotte il 31 luglio 2014 in risposta alle azioni della Russia volte a destabilizzare la situazione in Ucraina, erano state rafforzate nel settembre 2014.
Le sanzioni economiche limitano l'accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell'UE da parte di cinque grandi enti finanziari russi a maggioranza statale e delle loro filiali al di fuori dell'UE, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e tre attive in quello della difesa. Impongono inoltre un divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi e di sola esportazione verso la Russia per i beni a duplice uso per scopi militari o per utilizzatori finali militari in Russia. In aggiunta, limitano l'accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio.
Oltre a queste sanzioni economiche, in risposta alla crisi in Ucraina sono in vigore altre misure, alcune individuali (divieto di visto e congelamento dei beni) nei confronti di 164 persone e 44 entità fino al 15 marzo 2019, altre limitate al territorio della Crimea e a Sebastopoli (fino al 23 giugno 2019).
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