25 ottobre 2019 16:43
Anche l’associazione che rappresenta la Grande distribuzione prende posizione contro la tassa sugli imballaggi che il Governo vuole introdurre il 1° giugno 2020 a carico di produttori e distributori, un aggravio di mille euro a tonnellata, più del costo del PET. “Una misura che negli intenti vuole promuovere la sostenibilità ambientale, ma che in realtà non tiene conto di molti fattori che potrebbero avere impatti estremamente negativi su diversi ambiti", la giudica il Presidente di Federdistribuzione Claudio Gradara.
“Il tema delle plastiche è ormai al centro dell’attenzione da diversi mesi – aggiunge Gradara –, ma spesso se ne è discusso senza prendere nella giusta considerazione la reale complessità del problema, in grado di generare impatti sulle imprese, sull’occupazione, sui territori e sui consumatori. Per questo il tema deve essere affrontato con grande attenzione e con gradualità, così come peraltro previsto dalle normative europee, che hanno posto degli obiettivi di breve, medio e lungo periodo. L’imposizione della tassa prospettata dal Governo si configura come un intervento troppo brusco e di eccessiva semplificazione della materia”.
La misura, oltretutto, si aggiungerebbe al contributo ambientale (CAC) a cui già sono sottoposti tutti gli imballaggi in plastica: le imprese che immettono sul mercato gli imballaggi versano infatti al Conai circa 450 milioni di euro ogni anno, destinati a finanziare la raccolta differenziata dei Comuni italiani. Secondo Federdistribuzione, l’introduzione di una plastics tax equivarrebbe quindi a una doppia imposizione per le aziende, superiore al costo stesso della materia prima. Inevitabili sarebbero le ripercussioni sui prezzi al consumo.
“Intervenire sul mercato della plastica implica la riconversione del tessuto produttivo di un mercato nel quale l’Italia è il secondo produttore in Europa. Occorrono tempo e programmazione – prosegue Gradara (nella foto) -. Inoltre un’imposta sulla plastica comporterebbe ulteriori sacrifici per i consumatori, ai quali già oggi stiamo chiedendo di cambiare le loro abitudini di acquisto, andando su prodotti alternativi ben più costosi”.
“L’auspicio è che prenda forma il tavolo di lavoro annunciato dal Ministro dell’Ambiente, che deve coinvolgere tutti gli attori della filiera per ragionare insieme sulla costruzione di un modello integrato, capace di unire il momento della produzione con quello del consumo e dello smaltimento, nodo cruciale, sviluppando anche campagne di informazione mirate”, conclude il Presidente di Federdistribuzione.
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