
Con l’anno in corso si chiude il ciclo positivo per l’industria delle
macchine utensili,
robot e
automazione, durato ininterrottamente dal 2014. Dopo il picco raggiunto nel 2018, la produzione quest’anno è stimata in flessione del
-4,9% a
6.440 milioni di euro e un ulteriore calo è atteso anche nel
2020, a 5.900 milioni (
-8,4%), posizionando l’industria italiana sui livelli del 2007. Il risultato 2019 è stato determinato sia dall’arretramento delle consegne dei costruttori italiani sul
mercato interno, scese del
-8,1% a 2.860 milioni di euro, sia dal negativo andamento delle
esportazioni, diminuite del
-2,3%, a 3.580 milioni di euro.

É questo lo scenario illustrato ieri da
Massimo Carboniero, presidente dell’associazione di settore Ucimu - Sistemi per produrre (nella foto) durante la consueta conferenza stampa di fine anno. “Il calo registrato nel 2019 e quello atteso per il 2020 appaiono comunque moderati - ha spiegato Carboniero -. Questi risultati, molto vicini a quelli messi a segno nel
2017, anno decisamente positivo, indicano piuttosto un lento riposizionamento dell’industria italiana su
livelli di normalità che possiamo fissare al 2016, prima dell’effetto dirompente delle misure Industria/Impresa 4.0 introdotte dalle autorità di governo”.
Secondo l’elaborazione Ucimu sui dati Istat, nei primi otto mesi dell’anno - ultima rilevazione disponibile -, i
principali paesi di
destinazione del made in Italy settoriale sono stati Stati Uniti con 257 milioni di euro (+15,1%), Germania con 236 milioni di euro (-4%) e Cina con 205 milioni di euro (-13,4%); a seguire Francia (158 milioni di euro, +17,6%) e Polonia (120 milioni di euro, -16,2%).
Sul fronte
interno, nel 2019, il consumo di macchine utensili, robot e automazione in Italia, è sceso del
-7,2%, a 4.790 milioni di euro. In leggero incremento il rapporto export su produzione, passato da 54,1% del 2018, a 55,6% del 2019.
Per quanto concerne le
previsioni 2020, la produzione tornerà sotto la soglia del 6 miliardi di euro, appesantita dall’andamento dalle
esportazioni che, attese in calo del -5,3%, si attesteranno a 3.390 milioni di euro. Il
consumo, vale a dire la domanda da parte degli utilizzatori italiani, si fermerà invece a 4.305 milioni di euro (-10,1%). Il parziale ridimensionamento del mercato interno avrà ripercussioni sia sulle consegne dei costruttori italiani, che scenderanno a 2.510 milioni di euro (-12,2%), sia sulle
importazioni, che si attesteranno a 1.795 milioni (-7%).

Per il Presidente di Ucimu, il
processo di rinnovamento dell’industria manifatturiera italiana e la trasformazione anche in chiave digitale degli impianti produttivi non sono esauriti: "Anzi, occorre puntare sul prosieguo di questo percorso per assicurare realmente il mantenimento e l’incremento del gap competitivo del nostro sistema manifatturiero rispetto a quello dei competitors esteri”.
“In questo senso - ha affermato Carboniero -, riteniamo che le
nuove misure per l’innovazione previste dal Governo, tecnicamente, rispondano in modo adeguato all’esigenza di proseguire su questa strada. Mi riferisco all’attivazione dei
tre crediti di imposta. Il primo per l’attività di ricerca e sviluppo. Il secondo, sostitutivo del superammortamento, con aliquota del 6% per l’acquisto di nuovi beni strumentali, applicabile a investimenti fino a un tetto massimo pari a 2 milioni di euro. Il terzo, sostitutivo dell’iperammortamento, applicabile all’acquisto di beni 4.0, la cui aliquota è del 40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro e del 20% per investimenti di valore compreso tra i 2,5 e i 10 milioni di euro”.
“Resta però il timore che il cambio degli strumenti finora a disposizione delle imprese italiane, quali super e iperammortamento, con quelli nuovi previsti per la Legge di Bilancio 2020, possa creare qualche
confusione nelle aziende abituate ai meccanismi dei precedenti provvedimenti per la competitività. Per questo riteniamo sia necessaria una attenta
campagna di comunicazione e informazione, da parte delle autorità di governo, affinché fin dai primi mesi dell’anno prossimo, ovvero dal momento in cui sarà confermata l’operatività delle misure, le imprese possano usufruirne”.
“Inoltre - ha aggiunto - auspichiamo che queste misure possano divenire
strutturali e
pluriennali, così come previsto dal disegno di Legge di Bilancio a patto vi siano le coperture finanziarie".
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