4 febbraio 2020 08:40
Il Consiglio di Stato ha dato ragione al TAR del Lazio, che nell’ordinanza del 5 dicembre scorso aveva respinto la richiesta di sospensione avanzata da Corepla contro il provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) a favore del consorzio Coripet (leggi articolo), contro il quale è stato presentato un ricorso.
Nel provvedimento, l’autorità antitrust aveva imposto a Corepla di rimuovere le clausole di esclusiva dalla contrattualistica in vigore con i Comuni convenzionati che raccolgono i rifiuti da imballaggi in plastica attraverso la raccolta differenziata e con la loro associazione (ANCI), nonché da quella con gli operatori che effettuano la selezione dei rifiuti differenziati (CSS). L’Autorità aveva motivato l'intervento di urgenza con la necessità di salvaguardare la concorrenza esercitata dal consorzio Coripet, sistema per la gestione diretta degli imballaggi in PET per liquidi alimentari, di fatto unico competitor di Corepla sul mercato.
Il consorzio Corepla si era rivolto al TAR del Lazio per ottenere l’annullamento del provvedimento previa sospensione dell’efficacia. I giudici avevano fissato la data dell’udienza al 20 luglio 2020, respingendo - senza entrare nel merito della controversia - la richiesta di sospensione cautelare del provvedimento, ritenendo non sussistenti i criteri di "estrema gravità e urgenza”.
Il Consiglio di Stato, al quale Corepla si è successivamente appellato, ha accolto la tesi del TAR, ritenendo che non vi siano i presupposti per adottare una misura cautelare giudiziale che sospenda l’efficacia della misura cautelare amministrativa adottata dall’Autorità e che "sussiste non solo il rischio generale di pregiudizio per la concorrenza ma soprattutto il correlato rischio particolare per Coripet di non riuscire ad ottenere il riconoscimento definitivo e, quindi, di essere estromessa dal mercato”.
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